Salvatore Giunta

Il futuro della Sicilia passa sul Ponte dello Stretto
Chi pensa che il Ponte sullo Stretto sia un semplice collegamento tra Reggio Calabria e Messina, compie un grosso errore, un errore madornale!
E ancora di più, chi avanza tesi romantiche (la traversata in traghetto) o addirittura culinarie (l’arancina consumata a bordo) è completamente fuori strada.
Ancor peggio, ministri e viceministri della Repubblica, senza un solo rigo di progetto, avanzano ipotesi di fantomatici tunnel, di ponte sulle barche, di catapulte giganti!
Sono soltanto fantasie senza un minimo costrutto, che però servono a chi il Ponte non lo vuole, a perdere tempo, a distrarre l’opinione pubblica, a prenderci ancora in giro, a ingannarci spudoratamente.
Il Ponte trasforma l’intero Mezzogiorno italiano in una grande piattaforma logistica nel Mediterraneo, un avamposto commerciale, economico, culturale e strategico non solo per l’Italia ma per l’intera Europa.
Oggi più che mai serve collegare gli assi ferroviari e stradali europei con una grande rete portuale mediterranea, togliendo marginalità alle produzioni, al turismo e alla cultura di un grande territorio, padrone di tradizioni, di storia millenaria, di bellezze naturali e archeologiche uniche al mondo.
Se si pensa alle frasi dette da siciliani doc a proposito del Ponte c’è da rabbrividire: l’ex Presidente del Senato Pietro Grasso lo definisce “un inutile collegamento tra due deserti”; il viceministro Cancelleri “una cattedrale nel deserto” come anche il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
Il comun denominatore di queste emerite sciocchezze è il “deserto “, come se la Sicilia, con 5 milioni di abitanti, e la Calabria, con 2 milioni di abitanti, con 106 miliardi di PIL prodotto tra le due regioni, paragonabili come abitanti a nazioni come Austria, Ungheria, Croazia, Finlandia, siano un deserto!
Eppure certi siciliani stanno ancora comodamente seduti al Senato e a palazzo Chigi.
Quello che non hanno capito questi “emeriti scienziati” della politica, lo ha capito l’Europa che ha dichiarato prioritario il corridoio Berlino – Palermo.


I detrattori del Ponte le hanno davvero inventate tutte, hanno persino sostenuto che è meglio prima fare le infrastrutture interne, dando priorità ad alta velocità e rete autostradale, senza considerare che non è una questione di priorità ma di contemporaneità: l’una infrastruttura serve all’altra e tutte devono servire ad un ” progetto di sistema ” unico e unitario.
Bisogna anche ricordare ai detrattori del Ponte che il progetto è stato redatto da ingegneri e professori universitari esperti internazionali di ponti, che l’opera è stata validata da commissioni di studio italiane, europee e statunitensi; che sono stati esaminati e superati i pericoli sismici, eolici e ambientali; che il progetto “Ponte a tre campate “, non più a unica luce, costa poco meno di 2 miliardi di euro con un intervento cospicuo dei privati.
Ribadiamo che chi è contro il ponte lo è ignorantemente, strumentalmente, se non addirittura in cattiva fede, ed è nemico della Sicilia e dei Siciliani, convinto come è che la Sicilia ed il Mezzogiorno debbano rimanere indietro, arretrati, senza futuro e speranza per le donne e i giovani.