Lo strapotere dei partiti, sempre più intenti a guadagnare consensi “pret a porter”, e sempre meno a risolvere i reali problemi del nostro paese, con particolare riferimento alle sue zone più disagiate, credo che abbia bisogno di uno “zoccolo duro” al di sotto del quale bisogna assolutamente evitare di scendere. 

Una Italia che, dopo oltre 150 anni, continua ad essere sostanzialmente diviasa in due è un’Italia destinata a scendere sempre più in basso sia nelle classifiche economiche, sia in quelle riguardanti la qualità della vita. 

Ecco perché, insieme ad una forte azione mirante a favorire la nascita di una classe dirigente e di una rappresentanza competente, onesta e moderna, è necessario che si stipuli una sorta di protocollo di intenti che non può che riguardare l’insieme delle forze politiche. 

L’ideale sarebbe andare ad una nuova fase costituente nella quale, dopo aver fatto il punto della situazione, si riscrivano le regole di convivenza di una nuova Repubblica. Tuttavia, in attesa di un così impegnativo traguardo, sarebbe sufficiente condividere almeno alcuni punti strategici, in assenza dei quali potrebbe risultare impossibile uscire da una condizione di crisi che va ben oltre il dato fisiologico. 

Senza avere la presunzione di voler scrivere la ricetta per guarire il paese, mi permetto di indicare alcuni punti sui quali le diverse forze politiche dovrebbero cominciare a confrontarsi, trascurando, magari per un solo momento, le rispettive esigenze di natura elettoralistica.  Li elenco di seguito.

  1. Puntare alla nascita di un Paese fondato sulla libertà, sulla responsabilità, sulla sicurezza, sulla solidarietà, sul merito, sul lavoro produttivo e sulla perequazione sociale ed infrastrutturale di tutto il territorio nazionale.

2)  Varare una profonda riforma delle tasse e dei tributi, puntando ad una riduzione del peso fiscale attraverso l’eliminazione delle spese improduttive e delle ridondanze negli apparati dello stato, oltre che nelle procedure in atto adottate della burocrazia.

3)  Lavorare per realizzare un sistema giudiziario chiaro, tempestivo, responsabile ed efficiente, nel quale giudizio, accusa e difesa siano nettamente separati ed abbiano pari opportunità strumentali.

4)  Costruire una burocrazia certa, celere, trasparente, competente e costantemente aggiornata da parte dell’amministrazione pubblica, passando dal modello confessorio al modello asseverativo.

5) Sostenere una economia fondata sulla valorizzazione e sulla tutela delle risorse proprie offerte dal territorio, sia in termini di prodotti, che in termini di beni materiali, immateriali ed ambientali, attrezzandosi per migliorare, oltre che la produzione, anche il commercio,-la distribuzione ed il trasporto.

6)  Varare una politica infrastrutturale che consideri il patrimonio immobiliare pubblico e privato e l’ambiente come risorse da tutelare per mantenerne alto il valore, ai fini di una migliore utilizzazione.

7)  Predisporre un immediato piano della viabilità e dei trasporti ancorato ai territori e al patrimonio turistico o economico che si intende promuovere, partendo dalle zone in atto meno servite e dalle infrastrutture strategiche come,- ad esempio, il- ponte sullo stretto di Messina.

8) Varare una politica sociale volta all’integrazione ed al recupero dei soggetti comunque svantaggiati, prevedendone il loro potenziale pieno inserimento o reinserimento nella società ricostruendo l’attuale sistema di welfare a partire dalle pensioni e dal cosiddetto “reddito di cittadinanza”, da trasformare immediatamente in fattore produttivo, dunque in “lavoro di cittadinanza”.

9)  Organizzare urgentemente una sanità che tuteli gli ammalati non i primariati e che rispetti gli utenti e le prestazioni che sono richieste dalle loro condizioni di salute. 

10) Costruire modelli politici, soggetti e personale politico realmente rappresentativi e competenti, liberi dalla facile demagogia e dai condizionamenti finanziari di natura speculativa, che sappiano essere prima che apparire, proporre prima che protestare.

11)  Riformare profondamente il sistema dell’istruzione scolastica ed universitaria che oltre ad informare sappia formare e sappia formarsi, pensando agli studenti e non alle cattedre, all’educazione oltre che alle nozioni.

12) Operare in direzione di un’Europa dei popoli, non delle lobby finanziarie e speculative, aperta al Mediterraneo ed alle sue dinamiche di crescita, guardando al Mezzogiorno ed alla Sicilia come vere piattaforme sociali, economiche, culturali e sanitarie al servizio di nuovi modelli di cooperazione internazionale.

13) Costruire un sistema fiscale fondato sulla deducibilità globale, che metta il fornitore ed il consumatore sullo stesso piano e che impedisca ogni forma di evasione.

14) Pensare a forme di ospitalità compatibile per gli extracomunitari che tenga conto delle reali possibilità che possono essere offerte loro, delle reali esigenze di manodopera del nostro paese e che parta dal miglioramento delle condizioni delle zone di origine, attraverso azioni e misure condivise con tutta l’Europa.

15). Puntare ad un sistema sociale che premi i meritevoli e sostenga i disagiati assicurando a tutti pari opportunità e inserimento compatibile.

Non credo che i 15 punti elencati possano considerarsi esaurienti, credo che però possano costituire una buona base per avviare un ragionamento franco e leale sul futuro della Sicilia, dell’Italia, dell’Europa e dell’intera area Euromediterranea.