Le polemiche sullo spread, sul reddito di cittadinanza, sulla legge Fornero e sull’Europa hanno fatto passare in secondo piano una notizia di straordinaria rilevanza: la creazione di due cloni umani in possesso delle difese immunitarie necessarie a contrastare l’AIDS. 

L’esperimento, secondo quanto riferito dalle più autorevoli agenzie di stampa, sarebbe stato effettuato in Cina, ma non sarebbero stati ancora resi noti i dettagli, per ovvi motivi di riservatezza, né sarebbero state enunciate le procedure e le tecniche scientifiche adoperate dai ricercatori.

Ho sempre sostenuto che la scienza non debba mai essere fermata, ma mi sono affrettato a precisare pure che essa debba ancorarsi rigidamente a principi etici che impediscano di stravolgere e travolgere il genere umano e la sua organizzazione sociale.

Sarebbe molto grave se il sogno di Josef Mengele e di Adolf Hitler relativo alla creazione di un essere superiore dovesse trovare, o forse avesse già trovato, la sua realizzazione in Cina, un Paese in fortissima espansione, con una popolazione pari a circa 1,4 miliardi di persone, in cui i principi di libertà e di democrazia, da secoli, sono lontani dal concretizzarsi ed in cui vige ancora la pena di morte.

Sarebbe gravissimo se la solita politica cincischiante, pronta ad occuparsi della lunghezza del gambo dei carciofi o della quantità di cacao che deve essere presente nel cioccolato, non si ponesse questo problema o lo ignorasse. 

La mancanza di saldi principi etici, in un settore così delicato della scienza, potrebbe scardinare del tutto ciò che è stato faticosamente costruito in molti Paesi del mondo, anche se non ancora in tutti, in termini di diritti umani, di contrasto alla fame, di equità, di solidarietà.

L’esperimento di cui si parla, in senso generale ed astratto, dovrebbe costituire un grossissimo passo in avanti per la civiltà umana e dovrebbe contribuire a contrastare una delle malattie più dolorose e pericolose che si siano mai viste. 

Magari si potessero mutare i nostri geni per renderci immuni, oltre che dall’AIDS, anche dal cancro, dalla leucemia, dalla SLA, dall’Alzheimer, dal Parkinson e da qualsiasi altra forma di malattia.

Il problema, però, non è il risultato scientifico di un esperimento, ma la sua corretta applicazione, esattamente come lo è per qualsiasi scoperta scientifica, dalla dinamite alla bomba atomica, dagli idrovolanti ai missili interplanetari, dall’aspirina al cortisone. 

Insomma: chi deciderà, ad esempio, quali e quanti debbano essere i bambini da immunizzare? Chi garantirà che gli immunizzati non sterminino i non immunizzati? Chi controllerà le vite umane che verranno sacrificate sull’altare di questa esasperata forma di eugenetica da laboratorio?

Con i tempi che corrono, è ipotizzabile che il possessore delle tecniche necessarie a costruire una sorta di “superuomo” non le utilizzi per fini per nulla pacifici? C’è qualcuno in grado di garantire che scoperte del genere seguano esclusivamente i canali, più o meno discutibili, di natura farmaceutica?

Credo che lo straordinario esperimento cinese, i cui esiti potrebbero portare a salvare migliaia di vite umane, per fare in modo che ciò avvenga, abbia bisogno di un contesto scientifico, etico e politico capace di impedire ogni forma di degenerazione che ne potrebbe scaturire. 

La scienza corre perché, al di là delle sciocchezze sostenute da qualche squallido comico in materia di vaccinazioni, si confronta con elementi certi perché confutabili o ripetibili, ma non passando da un’elezione all’altra o consultando il web, bensì subito, non per alzata di mano o con i like, ma dopo specifiche prove, non sfidando a muso duro chi la pensa in maniera diversa, ma dimostrando da quale parte stia la verità.

La scienza è una cosa seria, ma se da sola non dovesse riuscire a darsi delle regole e finisse nelle mani della politica avventuristica che ben conosciamo o di qualche dottor Jekyll da strapazzo, non ci resterebbe che rassegnarci a combattere o a soccombere, consapevoli che l’esito del conflitto potrebbe essere già segnato.

Riuscite ad immaginare non uno o qualche decina bensì centinaia di migliaia di cloni di certi dittatori, più o meno orientale, tutti con il ditino poggiato su un enorme arsenale atomico? 

Certo lo spread distrae, il reddito di cittadinanza illude, le sfide con l’Europa possono pure inorgoglire lo spirito nazionale, ma l’eugenetica potrebbe sconvolgere ed uccidere!