La storia di chi, come me, ha amato ed ama la politica, intesa come nobile arte al servizio del bene comune non può negare la trappola nella quale è caduto, a prescindere dal partito nel quale ha militato e del territorio nel quale è stato eletto.

Mi riferisco al fatto che siamo stati catturati dagli ideali e dalle ideologie ma siamo stati sfruttati dalla speculazione e dagli interessi di chi, di volta in volta, reggeva le sorti delle varie compagini politiche, tutte, nessuna esclusa!

La cattura è avvenuta quando eravamo giovani e per questo eravamo dotati di una energia che ci appariva inesauribile; ci sostenevano e ci guidavano il coraggio e la speranza di costruire un mondo migliore in cui affermare i principi nei quali credevamo ed ai quali ci ispiravamo.

Qualcuno di noi leggeva Marx, altri studiavano Nietzsche, o pensavano a Sturzo, a Smith, a Keynes oppure, come me, a Mazzini e Cattaneo. Ci facevamo guidare dai “testi sacri” del pensiero di destra o di sinistra, di quello laico o di quello cattolico marciando con passione dietro questa o quella bandiera e ciò che essa rappresentava.

Poi siamo cresciuti, abbiamo pensato a formarci una famiglia ed a svolgere un lavoro che fosse in grado di mantenerla. Qualcuno è diventato insegnante, qualche altro impiegato, giornalista, avvocato, medico, commercialista, bancario, oppure ha aperto una sua azienda commerciale, industriale, agricola, magari scontrandosi con quanto aveva sostenuto sino a quel momento.

Chi ha continuato ad occuparsi di politica ha intrapreso l’attività sindacale o quella di Consigliere comunale e qualcun altro è stato eletto alla carica di parlamentare, nella convinta speranza di poterla esercitare nel pieno rispetto dei valori ai quali si era formato da giovane, quando leggeva i grandi filosofi e sfilava per ciò in cui credeva.

Tuttavia, in Parlamento, pur continuando a credere in quegli ideali per i quali ci si continuava a battere nelle piazze, si votavano i bilanci dello stato, si introducevano o si eliminavano tasse, obblighi, vincoli, ma soprattutto si contribuiva alla realizzazione di infrastrutture in alcune aree del paese e non in altre, vanificando, nei fatti, l’unità d’Italia ed i principi costituzionali.

Insomma, pur essendo espressione di uno specifico territorio, pur chiedendo ed ottenendo i voti necessari all’elezione in un determinato collegio, in una determinata regione, si era costretti ad ubbidire a logiche di partito, ammantate di quei valori dai quali eravamo stati catturati quando eravamo giovani e marciavamo dietro una bandiera.

Per molti di noi l’esca ideologica costituì lo strumento attraverso il quale i partiti nazionali ed i poteri forti che ne condizionavano e ne condizionano ancora le politiche, riuscirono ad imbrigliare volontà, passioni, energie e specifiche iniziative che meritavano di essere impiegate meglio.

La storia della generazione politica e parlamentare che va dal dopoguerra ai giorni nostri è una storia composta da esche ideologiche con le quali catturare intere generazioni e da speculazioni finanziarie ammantate di valori buoni solo a nobilitare le scelte peggiori che si potessero compiere in tanti anni di unità d’Italia.

Questa è la storia di ciascun parlamentare della prima e della seconda Repubblica, quasi tutti, a qualunque schieramento abbiano fatto riferimento, con due sole eccezioni: quelli eletti in Valle D’Aosta e quelli eletti in Trentino Alto Adige, che rispondevano e rispondono ancora ai rispettivi partiti territoriali ed ai loro elettori.

Se il Sud e la Sicilia vogliono una classe dirigente che risponda a loro ed alle loro esigenze di cittadini di un’area disagiata e trascurata, di una parte d’Italia alla quale ci si è rivolti per acquisire consensi da usare puntualmente altrove, devono costruire immediatamente un partito territoriale.

Solo un partito territoriale, che risponda direttamente all’elettorato può costituire una reale svolta non solo per perequare le condizioni sociali e strutturali del paese, ma anche per restituire dignità ad una democrazia ormai ridotta a semplice copertura della peggiore politica che si sia mai vista in Italia, esattamente come accadeva con le ideologie usate come esca di cinici speculatori travestiti da pescatori di anime.