Confesso che, dopo aver sentito le ultime “sparate” dei comici applicati all’antipolitica e dei loro sottoprodotti, mi chiedo come si faccia a non capire che ci troviamo nel bel mezzo del nulla elevato a sistema!

Mi chiedo se sia possibile non distinguere più le notizie dalle bufale, la propaganda dalla progettualità, l’essere dall’apparire! Insomma come possano esserci cittadini che non si rendano conto che protestare è facile ma governare è molto difficile.

Eppure, se un amico ci racconta una “balla” ci sorridiamo sopra; se la squadra del cuore sbaglia una partita, anche se non siamo degli specialisti, riusciamo a percepire quali siano stati i motivi; se un programma televisivo è noioso cambiamo canale e se un prodotto costa troppo rispetto alla qualità non lo compriamo più!

Nell’immediato dopoguerra, ma anche in occasione del referendum tra Repubblica e Monarchia, gli italiani esprimevano un voto prevalentemente di opinione: sceglievano la Democrazia Cristiana o il Partito Socialista, il Partito Repubblicano,  il Movimento Sociale o un altro partito, in funzione del loro orientamento, delle loro convinzioni religiose, etiche o culturali. 

Negli anni successivi, anche a causa della progressiva degenerazione della politica e dell’affermarsi di quella che i sociologi chiamano “democrazia acquisitiva”, la scelta, per così dire, culturale, fu fortemente influenzata e, per certi versi, annacquata, dal voto per amicizia o per necessità o per clientela, fino al dilagare di “tangentopoli”. 

Più di recente, gli italiani, almeno per le elezioni politiche, sono stati espropriati del diritto di scegliere oltre che la lista anche la persona a cui affidare la propria delega di rappresentanza, visto che questo “straordinario” potere è stato attribuito alle oligarchie di partito le quali, manco a dirlo, lo hanno usato nel peggiore dei modi, soprattutto perché i partiti, a cui la Costituzione attribuisce il delicato, ma fondamentale, compito di raccordo tra società e istituzioni, hanno cambiato struttura e fisionomia. 

Dalla fase dei partiti fondati sulle dinamiche democratiche di base si è passati alla fase dei partiti fondati sul leader e sui suoi fedelissimi collaboratori. Fedelissimi almeno fino a quando qualcuno, come di recente è accaduto in Forza Italia, non pensa di poter diventare, a sua volta, leader, salvo poi  fallire miseramente e uscire di scena! 

Anche gli elettori e le loro dinamiche sono però cambiati e dalle scelte ideologico/culturali, attraverso le scelte personalistico/clientelari, si sta arrivando alle scelte dicotomiche, quanto pericolose, legate o ad interessi individuali o categoriali o al disimpegno, che ha prodotto il clamoroso recente astensionismo e l’altrettanto clamoroso e devastante voto di protesta, forse in fase di smascheramento! 

Insomma, l’elettore italiano è nel guado, come spesso gli accade, e spera nel solito stellone. Ma lo stellone, questa volta, è lontano, dunque, sarebbe necessario munirsi rapidamente, almeno, di un telescopio e magari anche di un microscopio, ma forse  persino un buon paio di occhiali e dei fari antinebbia non sarebbero male. 

Nel paese dei ludopatici e delle scommesse, infatti, sta per arrivare la lotteria dei parlamentari estratti a sorte ma, com’è noto, la fortuna è cieca! 

La “dea bendata”, infatti, non sempre premia i migliori, anzi, nella maggior parte dei casi, finisce nelle mani di chi la spreca, magari rovinandosi la vita, come purtroppo accade sempre più spesso!

Su due cose, però, le lotterie, l’azzardo e il sorteggio dei parlamentari presentano una triste analogia: pochi vincono e tantissimi perdono; in ogni caso, il banco, anche se può sbagliare qualche puntata, nella media, vince molto più di chiunque altro! 

Chissà se il paragone ludico sarà sufficiente a far comprendere, a chi si ostina a non farlo, che lo Stato non è un tavolo verde, né  una slot machine e che, molto spesso, la roulette è truccata, come nei peggiori casinò! 

Chissà se il valore della parola data, del rispetto dei genitori, della dignità personale, della scienza, del diritto riusciranno a sostituire in tempo, prima che sia troppo tardi, la menzogna elevata a sistema e il culto arrogante dell’ignoranza e della cieca mediocrità: io lo spero; noi cittadini siciliani possiamo riuscirci!