Realizzare investimenti per infrastrutture materiali e immateriali
Di Giovanni Tomasello

Nell’attuale fase cruciale di progettazione del futuro delle nuove generazioni occorre puntare all’Italia come potenza marittima nel Mediterraneo.
Una torsione delle politiche nazionali orientata all’economia del mare non può che avere come avamposto naturale la Sicilia e le Regioni del Mezzogiorno.
Il primo obiettivo è intercettare parte dei commerci internazionali che passano dallo Stretto di Sicilia, sia interni al Mediterraneo sia soprattutto transoceanici sull’asse Asia-Europa.
Lo scopo è di far diventare la nostra Isola un grande hub di interscambio, sostenuto da un efficace sistema di trasporti intermodali ecosostenibili via mare e via terra.
Far sbarcare nei porti siciliani merci che dall’estremo Oriente sono dirette verso i sistemi portuali di Anversa e Rotterdam e creare adeguate catene di distribuzione per l’Italia e per i paesi dell’Europa centro- meridionale.
In cima alle priorità la riqualificazione ed il potenziamento dei porti commerciali, delle aree di stoccaggio e industriali limitrofe, per sviluppare la c.d. economia sottobanchina e dare impulso all’export delle produzioni siciliane.
Il porto di Augusta innanzitutto, già particolarmente vocato per posizione, grandezza e profondità dei fondali. Ma poi, solo per citarne alcuni, Gela e Milazzo per riconvertirne la destinazione pluridecennale alla produzione di prodotti petroliferi, tuttora la voce più consistente dell’export isolano.
E ancora Porto Empedocle, Termini Imerese e altri porti dove insistono aree industriali lontane dai centri abitati, da collegare in maniera più efficiente con autostrade e reti ferroviarie.
Diventano dunque necessari gli investimenti per realizzare l’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina, l’alta velocità e il potenziamento della rete autostradale in Sicilia.
Non sono discorsi nuovi sia in ambito regionale che nazionale e spesso con enfasi in ambito politico si ricorda l’importanza della creazione di un unico collegamento sull’asse Scandinavia-Sicilia.
Solo che da diversi lustri, nella programmazione dei fondi comunitari e nazionali, la portualità e le vie del mare, i trasporti intermodali, il Ponte e le reti connesse vengono finanziati e poi spesso definanziati.
Si va avanti per piccoli passi e in maniera frammentaria per la cronica incapacità di spesa e perchè mancano politiche a tutti i livelli chiare e determinate, frutto di una visione di lungo respiro.
In altri contesti si marcia invece di gran lena. Sono di poche settimane addietro le esternazioni dell’autorità portuale di Anversa che, in rapporto di competizione/integrazione con Rotterdam, grazie alla fusione con Bruges e agli investimenti in corso si candida “a diventare il porto globale d’Europa”.
Il completamento della rete infrastrutturale nazionale secondo alcuni osservatori ( si veda quanto emerge al riguardo dal mensile Limes n. 2/2021, citato in un precedente articolo ) costituisce un presidio fondamentale per mantenere unita sul piano politico l’Italia.
Può apparire esagerato o fantapolitica, ma il processo di unificazione cosi come la democrazia e il sistema di libertà non sono irreversibili, soprattutto nel mutato quadro nazionale e internazionale, e vanno difesi con coraggio e straordinaria determinazione.
Malgrado i segnali non siano incoraggianti, va però rimarcato che sia pure a macchia di leopardo passi in avanti si stanno facendo.
Riguardo al sistema portuale emblematico è quanto sta avvenendo nel porto di Palermo, dove da qualche anno sono state realizzate opere significative, altre in cantiere e in programmazione, ma anche negli altri porti (Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle)di competenza dell’autorità portuale della Sicilia occidentale, grazie a una gestione lungimirante e dinamica.
Importanti interventi sono state eseguiti nel 2020 e altri sono in itinere nei porti di Augusta e Catania, la cui autorità portuale per la Sicilia orientale ha avviato le procedure per l’adozione del piano regolatore, indispensabile per una seria programmazione delle azioni future.
Contestualmente alle infrastrutture fisiche di strategico peso diventano la transizione digitale, il completamento e un efficace utilizzazione delle reti di connessione, argomento che per la sua importanza merita una riflessione a parte .