I parlamentari, tra Camera, Senato e Consigli regionali sono circa 2050, i magistrati sono circa 8.900. I parlamentari percepiscono, tolte le spese, circa 10.000 euro netti al mese, per 12 mensilità, e devono pagarsi collaboratori, segreterie, manifestazioni,  inviti, manifesti, casa a Roma, pubblicazioni, campagna elettorale, in media una ogni cinque anni, ecc. Se sbagliano non vengono riconfermati e tornano a casa, com’è giusto che sia.

I magistrati guadagnato tra i 3.500 e i 18.900 euro al mese , cioè una media di 11.200 euro al mese ma non per 12, ma per 13 mensilità, fanno carriera in automatico, anche se non lavorano o lavorano poco, hanno tutto pagato, non fanno costose campagna elettorale ma in compenso scrivono libri e tengono conferenze. 

In questo periodo, circa 1.300 magistrati italiani, secondo la stampa, hanno doppi incarichi, anche di natura politica, e percepiscono le relative retribuzioni per entrambi. I politici che svolgono lavori alle dipendenze di qualcuno, pubblico o privato che sia, devono necessariamente mettersi in aspettativa a zero stipendio. 

I magistrati giudicano gli altri però, nella maggior parte dei casi, si giudicano tra loro.

I dirigenti, i giornalisti e i manager pubblici, e non parliamo dei privati, sono decine di migliaia, guadagnano dai 70 ai 600 mila euro netti l’anno (Giletti ne percepisce parecchi ma di preciso non si sa quanti) e spesso hanno doppi incarichi entrambi ben retribuiti e pensionabili.

Ma perché si parla solo dei politici che sono di meno, che ogni cinque anni devono essere così bravi da farsi riconfermare, e sono meno pagati di tanti altri, e non dei magistrati che sono di più? Nè di certi giornalisti o di certi artisti, o di certi presentatori, o di certi calciatori?

Il problema, dunque, populismi a parte, non mi sembra il quanto, ma il come e con quali rese, con quali responsabilità, con quali competenze, con quali reali possibilità di verifica dei risultati.

Il ragionare nel merito, però, non è nello stile né di certi giornalisti, né di certi politici. Sarà forse perché si vuole creare disaffezione tra il popolo e i suoi rappresentanti per far filtrare ipotesi antidemocratiche, approfittando dell’incapacità di alcuni di essi, palesemente stupidi e ignoranti? 

Non sarà forse che lo stipendio non c’entri proprio niente, ma c’entri molto la competenza, l’onestà, la coerenza, lo stile, la sensibilità, la capacità di ascoltare le persone e di comprenderne le esigenze?