Ogni 2 novembre in tutta Italia si celebra il “giorno dei morti”, una festività che in Sicilia si è radicata nella tradizione, e che si offre come un’occasione non solo per commemorare i defunti ma anche per mantenere vivo il legame con essi. La paura della morte viene così esorcizzata durante questa ricorrenza, divenendo invece motivo di festa ed allegria. Secondo la tradizione siciliana, infatti, durante la notte che intercorre tra l’1 e il 2 novembre, i cari defunti abbandonano i cimiteri per raggiungere le case in cui poter lasciare doni – principalmente giochi e dolci – ai bambini. In uno dei suoi racconti, Andrea Camilleri rievoca la sua infanzia in cui la “festa dei morti” era ancora assolutamente presente, e scrive così: “Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio. Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa”.


Una tradizione scomparsa, secondo lo scrittore agrigentino, perché sopperita da quella natalizia. La celebrazione dei defunti ha però radici antichissime: sin dalla preistoria l’uomo ha sempre sentito la necessità di omaggiare e ricordare i defunti, nasce poi come vero e proprio rito pagano tra i celti, si ritrova inoltre nella cultura bizantina e latina e viene infine adottata, seppur in maniera diversa da come la conosciamo oggi, dalla Chiesa cattolica fino ad esser ufficialmente riconosciuta nel XIV secolo come “Commemorazione dei defunti”. Nonostante si siano affievolite le usanze siciliane del passato, il 2 novembre rimane ancora oggi una data sentita: i cimiteri vengono adornati da fiori, le fiere cittadine si popolano di gente; all’interno dell’ambiente domestico, non mancano inoltre tavole imbandite sia con i dolci tipici e sia con le pietanze che appartengono alla tradizione culinaria di ciascuna famiglia e che ricordano, attraverso odori e sapori, i defunti. In questa occasione dunque si erige un ponte immaginario che collega il mondo dei vivi a quello dei morti, rendendo eterno il ricordo di chi non è più con noi.

Ilenia Giambirtone