Sono molto grato alle varie reti televisive che, in questi giorni, ci hanno ricordato le atrocità dei campi di concentramento nazisti e l’eccidio di milioni di ebrei: forse dovrebbero farlo più spesso perché tutti sappiano e nessuno dimentichi ciò che può provocare la follia umana, l’intolleranza e la fame di potere. 

Devo dire, pero, che non credo esistano “assassini o sterminatori cattivi”, che meritano, giustamente, di essere ricordati e portati a monito dell’umanità ed “assassini o sterminatori buoni”, ai quali debba essere riconosciuto una sorta di diritto all’oblio. 

Per questo motivo, nel mio piccolo, desidero estendere il giorno della memoria, che si celebra ogni anno, anche alle vittime dei gulag sovietici o dell’Europa dell’est, delle carceri cinesi o del sud-est asiatico, ed ai tanti innocenti che, in ogni parte del mondo, sono morti e muoiono, ancora oggi, per una fede o per un ideale di giustizia.

Non dimentico, infine, i condannati a morte di stati e sistemi giudiziari che ancora consentono questa barbara forma di pena di cui chiunque dovrebbe vergognarsi. 

La pacificazione deve partire dalla verità, tutta la verità, anche se dovesse essere molto amara, anche se dovesse metterci in crisi, anche se dovesse riguardare storie diverse nelle quali abbiamo creduto o nelle quali ci siamo riconosciuti.

Solo così il nostro unanime grido MAI PIÙ sarà veramente sincero e credibile fino in fondo e non soltanto una manifestazione di parte che nega la realtà complessiva di questo genere di tragedie. 

Le colpe non sono solo quelle degli altri, ma anche e soprattutto le nostre, a cominciare dal complice, timoroso o interessato silenzio o dalla faziosa negazione o distorsione dei fatti.