Mentre oggi molti siciliani si rifugiano nel non far nulla o si affannano nella ricerca di un nuovo padrone, che possa garantire loro qualche privilegio, bisognerebbe pensare ai siciliani dei vespri, a quelli della rivoluzione del ‘48, ai ragazzi di Murazzu Ruttu e a tutti coloro i quali hanno perso la vita per difendere, ognuno a suo modo,  questa terra. 

Una Sicilia orgogliosa e coraggiosa dovrebbe lavorare ogni giorno per incontrare la passione civile che fu di un tempo, ma che può risvegliarsi anche adesso, nelle coscienze nobili di tanti nostri corregionali, con strumenti e idee moderni ed efficaci in grado di risollevare le sorti della Regione e di quanti, nonostante le difficoltà hanno deciso di continuare a restarci. 

Molti concittadini, tra quelli che non hanno perduto l’interesse per un reale cambiamento dell’Isola, mi chiedono cosa Unità siciliana-Le Api intenda per partito post ideologico. 

Per motivi di spazio, proverò a semplificare la risposta. Noi crediamo che per costruire una strada o una scuola non serva affatto appellarsi né a Marx, né a Nietzsche, né a Smith, né à Mazzini o ad altri straordinari e rispettabilissimi ideologi dei secoli scorsi. 

Unità Sicilia-à Api crede che i cittadini debbano avere la possibilità di scegliere chi votare non sulla base delle liti tra Zingaretti e Renzi o tra Salvini e Berlusconi, ma sulla base di cosa si intenda fare per ridurre la disoccupazione e migliorare la qualità della vita soprattutto in Sicilia.  

Mi rendo conto che la mia non è stata una lezione di scienza della politica, ma credo che la concretezza del ragionamento abbia reso chiaro il senso della risposta.