I partiti nazionali, quelli che hanno costantemente sottratto al Sud ed alla Sicilia miliardi di risorse, costringendo i siciliani a dover emigrare, sentono aria di elezioni. 

Forse è questo il motivo per il quale rispolverano il loro strumentale interesse verso il Mezzogiorno e persino verso il ponte, recentemente tirato in ballo dalla sinistra che lo ha bloccato e dalla destra che non ha avuto la forza di realizzarlo. 

Qualche ingenuo non chiede di meglio che abboccare all’amo delle lusinghe, per continuare a potersi lamentare sterilmente, ovvero per potersi considerare soddisfatto delle solite chiacchiere, guardandosi bene dal costruire un solido e alternativo progetto politico.

Sicuramente non sono né mai sono stato tra questi. Non sono mai stato tra coloro i quali hanno bisogno di pretesti.

Vi faccio un esempio. A causa della progressiva riduzione delle “quote tonno” stabilite dall’Unione Europea, anche quest’anno la bellissima e famosissima tonnara di Favignana purtroppo non aprirà. 

Si tratta di un danno notevole sia per il settore della pesca, sia per il turismo dell’isola, già fortemente colpita per le restrizioni legate alla pandemia. 

Quando ne ho avuto la possibilità, perché la funzione me lo permetteva, mi sono battuto per negoziare al rialzo le scelte comunitarie, considerandole un regalo alle flotte giapponesi.  Oggi posso soltanto far presente ciò che accade e tentare di organizzare una reazione, che però ha bisogno della partecipazione dei cittadini, che non possono restare a guardare con le mani in mano.

Ancora una volta l’Europa degli speculatori e dei banchieri colpisce la nostra economia nel silenzio più sconcertante del governo nazionale e soprattutto del governo regionale. 

Cari assessori alla pesca, al turismo, all’identità siciliana, cosa state facendo? Pensate al tonno siciliano o alle trote dei fiumi dell’alta val Brembana?