Un comune come Catania non può restare senza una guida politica forte e legittimata, né la stessa può essere affidata ad un tecnico, mai eletto da nessuno e dal curriculum claudicante, com’è accaduto qualche mese addietro. Bisogna pensare adesso a come fare per consolidare una coalizione capace di offrire al sindaco, chiunque esso sia, la forza necessaria a governare e risolvere i difficili problemi che è chiamato ad affrontare ogni giorno. 

Se la cosa può star bene al centrodestra, che pensa di avere in mano la situazione, o al centrosinistra, che punta al “tanto peggio tanto meglio”, non può assolutamente star bene a chi sta vivendo in una città in cui Pogliese ha fatto e fa il possibile, ma che tuttavia appare disordinata, caotica, sporca e con gli uffici in via di smantellamento. 

Catania è la nona città d’Italia, potrebbe tornare ad essere la capitale economica della Sicilia, potrebbe riappropriarsi dell’appellativo di Milano del Sud , che si era guadagnato negli anni ‘60 del secolo scorso, ma ha bisogno di una guida competente ma soprattutto forte del consenso popolare di cui necessità per compiere le scelte importanti che devono essere compiute.

Penso che bisognerebbe ripartire da quella sorta di “stati generali” che Pogliese promosse prima della sua candidatura, per aggiornarne il programma sia per quanto riguarda gli obiettivi ed i mezzi, sia per quanto riguarda le forze politiche e gli uomini.