L’Italia è un paese lento, pensate che per parlare di distanziamento fisico, e fortunatamente non più di distanziamento sociale, che significa cosa ben diversa, giornalisti, medici, scienziati e politici ci hanno impiegato circa nove mesi. Finalmente però ci siamo riusciti, magari fra qualche decina di DPCM riusciremo pure a trovare il vaccino più efficace a sconfiggere definitivamente il Covid-19, anche se lo contraggono i no vax. 

I DPCM, che grazie a Draghi si sono di gran lunga ridotti, così come si sono ridotte le conferenze stampa notturne, ed i loro aggiornamenti infrasettimanali, stavano rischiando di diventando l’unità di misura della salute degli italiani, ma soprattutto del governo.

C’è un’altra cosa che bisognerebbe correggere sul piano mediatico: il linguaggio iper specialistico degli esperti nei vari settori ma soprattutto in campo medico.

Parlare in televisione o in radio non è la stessa cosa che parlare ad un congresso di scienziati, poiché non tutti quelli che ascoltano hanno un livello di preparazione adeguato al tipo di argomenti che vengono trattati. 

Un linguaggio inappropriato può produrre incomprensioni e preoccupazioni che sono da scongiurare assolutamente.

Ad ogni modo, mi pare che la situazione stia progressivamente migliorando e questo lo si deve al buonsenso di chi ha saputo resistere alle liti ideologiche sulle formule chimiche ed ha adoperato la cautela nei comportamenti personali.