Penso che molti cittadini che nel 2018 votarono per il Movimento Cinque Stelle lo fecero per reazione a ciò che ritenevano essere “la mala politica”, della quale si erano magari serviti, ma di cui erano stanchi. 

Qualcuno votò il partito di Grillo con il sincero desiderio di cambiare e di uscire dalle logiche di un paese immobile, altri per abbattere le caste e la povertà, altri ancora per mera voglia di rinnovamento, ecc. 

Tuttavia i tempi cambiano e molti “incendiari” sono diventati “pompieri”: c’è chi ha lasciato il partito, chi ha cambiato gruppo consiliare o parlamentare, chi si è “borghesizzato” e non vuole più aprire alcun Parlamento come una scatoletta di tonno, chi si trova in aula solo perché si tratta di una pozione comoda e ben retribuita. 

Nella città di Catania, addirittura, l’avversario grillino del sindaco di centrodestra, Salvo Pogliese, ha lasciato i cinque stelle e, dopo un breve periodo di purgatorio nel gruppo misto, ha aderito allo stesso partito del suo avversario che lo aveva battuto, vale a dire Fratelli d’Italia. 

In ogni caso, anche se, in generale, le cose cambiano, ciò che non cambia è la disattenzione verso il Sud e la Sicilia. Ecco perché serve un partito che ne rappresenti le esigenze e che esprima una classe dirigente che risponda al territorio, non ad altri.