Sembra che il governo Draghi voglia fare sul serio. L’accordo con le organizzazioni sindacali riguardante il riordino della Pubblica amministrazione e della burocrazia costituisce un buon passo avanti. 

Ora però bisogna andare oltre: bisogna passare da un sistema di tipo autorizzatorio ad un sistema fondato sulla responsabilità di ciascuno. 

Per riuscire nell’intento bisogna mettere mano a gran parte delle leggi in vigore semplificandone l’assetto e le disposizioni attuative a vantaggio di un modello comprensibile, trasparente e di facile attuazione. 

L’operazione, posto che vi sia la volontà di metterla in atto, non è affatto facile, dato che le leggi in vigore nel nostro Paese sono diverse decine di migliaia. 

Un passaggio obbligato sarebbe il varo di testi unici, sarebbe la revisione dei codici e la conseguente abrogazione di tutto quello che ne deriva. 

Pensate che il Parlamento italiano, peraltro drasticamente ridotto nel numero di componenti, possa essere mai nelle condizioni di sviluppare un percorso di questo genere, mentre si occupa di proroghe, di “leggi mancia” e di altre questioni il cui esito è molto più funzionale ai risultati elettorali?

Penso proprio di no, ecco perché da tempo ipotizzo l’istituzione di un’Assemblea Costituente a cui affidare la riforma costituzionale e altre questioni di straordinaria valenza riformatrice che altrimenti nessuno affronterà mai, perché ci sarà sempre qualche emergenza di cui occuparsi prima.

Le emergenze del Paese e le idee della politica

Pensavate che le emergenze del Paese fossero la sanità e il Covid, o forse la crescente piaga della disoccupazione? 

O pensavate che le emergenze fossero le infrastrutture, le reti, il ponte sullo stretto, la tutela dell’ambiente, la scuola, la giustizia, la burocrazia? 

Vi sbagliavate. L’Emergenza del Paese, almeno per il neo segretario del PD, Enrico Letta, è lo “ius soli” e poi anche i giovani e il lavoro. 

Come si fa a pensare ai giovani ed al lavoro senza le infrastrutture e senza uno Stato efficiente, moderno, capace di non perdersi in chiacchiere? 

Non che lo “ius soli” non sia importante, per carità, è che forse c’è qualcosa di molto più urgente da fare prima, o no? 

Personalmente credo che la politica, finalmente, abbia il dovere di rivedere l’assetto istituzionale e costituzionale, debba riformare la burocrazia, la magistratura, la scuola, che fanno acqua da tutte le parti. 

 Personalmente penso che in una “Repubblica fiondata sul lavoro” si debba pensare al lavoro produttivo, non all’assistenzialismo improduttivo e penso che per arrivare ad un simile risultato si debba alleggerire il peso normativo ma soprattutto si debbano realizzare immediatamente, anche attraverso forme di commissariamento, una serie di opere pubbliche funzionali alla ripresa economica, all’insediamento di aziende nei territori a più alto indice di disoccupazione, si debba collegare meglio la scuola con il   Mercato del lavoro e tanto altro. Ma perché si continua a parlare di questioni divisive, che non portano l’incremento di neanche un decimo di punto di PIL?