Nella formazione professionale regionale la figura del tutor esiste da anni ma il servizio prestato con tale mansione non è riconosciuto nelle graduatorie per le supplenze nella scuola pubblica.

Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento al convegno annuale dell’associazione nazionale presidi, ha sottolineato che il merito riguarda qualcosa che ha a che fare con un ascensore sociale. Dal 1950 al 1975 l’ascensore sociale in Italia funzionava, dal 75 è bloccato. “Bisogna andare incontro ai talenti di ciascun ragazzo, valorizzarli, tirar fuori da ciascuno qualcosa per realizzarsi”. Secondo il ministro “la valorizzazione combatterebbe una società che di fondo è classista, chi nasce in un certo contesto sociale rimane in quel contesto sociale“. 

Per combattere tale dislivello sociale il ministro ha pensato di mettere in campo il docente tutor che, in un team, si prenda carico di quei ragazzi che hanno difficoltà, “ovviamente un docente preparato, che abbia determinate competenze”, aggiunge il ministro. A questo proposito si potrebbe ricordare a Valditara che nel sistema di formazione professione regionale, sia Iefp(obbligo formativo per i minorenni) che per adulti, la figura del tutor è prevista e attiva da molti anni. Per tale motivo molti lavoratori del settore hanno conseguito la qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale ed europeo di “tutor dei processi formativi” ed operano nei percorsi formazione e orientamento, attuando quel processo di affiancamento e aiuto dell’intera classe, sia in ambito scolastico/formativo che di tirocinio, per accompagnarli dalla formazione al lavoro. Per far sì che tale figura sia abilitata a lavorare anche nella scuola pubblica, però, sarebbe bene che si rivedesse la tabella dei titoli di servizio riconosciuti ai docenti che vogliono o che sono già inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze. Se il lavoro come docente/ formatore, infatti, è riconosciuto e valutato per tutte le graduatorie sia Ata e sia docenti, questo non accade per la figura del tutor.  Gli anni svolti alle dipendenze di un ente di formazione professionale  regionale, per i tutor ( ma anche per gli operatori di segreteria o impiegati amministrativi, che potrebbero essere valutati per la graduatoria ATA), infatti, non sono riconosciuti. Come se l’esperienza accumulata in tale ambito non contasse nulla ai fini della crescita ed esperienza professionale. I lavoratori della formazione professionale lamentano proprio tale discriminazione e chiedono al ministro di vedere riconosciuto tale servizio svolto, che costituirebbe un’ottima risorsa anche nella scuola pubblica.