L’Italia tra i peggiori paesi in Europa

di Vito Pirrone

In occasione del recente Consiglio sulla giustizia dell’Unione europea , a Bruxelles, cui ha partecipato per l’Italia il ministro Carlo Nordio, è stata rilevata una diversità dell’uso della detenzione, prima del processo nei paesi europei, contestandone, fra l’altro, la durata ed il costo medio giornaliero per detenuto .
Il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders, a conclusione dell’incontro, prendendo atto della gravità del problema, ha sottolineato che “ la carcerazione preventiva nell’Ue dovrebbe essere usata solo quando è strettamente necessaria, come extrema ratio”.
Il Consiglio ha approvato alcune raccomandazioni intese a migliorare le condizioni di detenzione nei Paesi dell’Unione.
Dalla valutazione dello stato di detenzione negli stati dell’Unione , l’Italia è stata “ censurata per essere tra i peggiori Paesi in Europa per l’eccessivo utilizzo dello strumento della custodia cautelare”.
Secondo il monitoraggio dell ‘Ue in Italia circa il 31,5 per cento di coloro che si trovano in stato di detenzione in carcere non ha ancora una sentenza di condanna definitiva, cifra notevolmente superiore alla media europea del 25 per cento. Contestato anche il dato sul sovraffollamento , con una media di 105 detenuti ogni cento posti, collocandosi tra i peggiori Paesi in UE .
La Commissione ha chiesto ai Paesi membri “ di limitare l’uso della carcerazione preventiva al minimo indispensabile e di provvedere a revisioni periodiche “. E’ stato precisato altresì che “ ogni detenuto deve potere usufruire di spazi minimi di almeno 6 metri quadrati nelle celle occupate singolarmente e di 4 metri quadrati nelle celle occupate da più persone. Calcolo che non deve includere l’area utilizzata per i servizi igienici”.
Non è la prima volta che l’ UE censura l’Italia per lo stato delle carceri e sull’ uso della detenzione.
Sono storiche le sentenze emesse dalla Corte europea per i Diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per la violazione dell’art.3 della convenzione europea dei diritti umani e, in particolare, per aver sottoposto a trattamenti inumani e degradanti soggetti detenuti (v. Sulejmanovic contro Italia ,del 16luglio 2009, nonché Torregiani ed altri del 8 gennaio 2013).