Nella città di Catania sono presenti numerosi edifici, alcuni anche di notevole pregio, che risultano essere inutilizzati, sottoutilizzati o inopinatamente occupati abusivamente. 

Acquisire dati certi sull’intero patrimonio pubblico o religioso che in atto non appare fruibile non è facile, tuttavia qualcosa è sotto gli occhi di tutti: l’ex sede della CISL di via Crociferi, l’ex abitazione del Barone Ursino Recupero, in via Gallo, l’ex Manifattura Tabacchi, l’ex ospedale Vittorio Emanuele, parte dell’ex ospedale Ascoli Tomaselli, l’ex ospedale Ferrarotto, l’ex ospedale Santo Bambino, parte dell’ex ospedale Santa Marta, parte della casera Sommaruga, parte dell’ex presidio Militare di Piazza Carlo Alberto, l’edificio ex abitazioni private di piazza Michelangelo, alcune scuole ed asili dismessi, parte di edifici di viale Africa prossimi alle Ciminiere e tanti altri. 

Al momento, per questi grandi contenitori edilizi, salvo che per alcuni di essi per i quali sono già state avviate le iniziative necessarie a determinarne una loro valorizzazione, non risulta esserci un piano organico di utilizzo o di dismissione. 

Insomma, il rischio che si potrebbe correre è quello che si continui a edificare, sottraendo ulteriormente suolo, e non si scelga la strada del recupero funzionale. 

Eppure questi enormi volumi potrebbero diventare altrettante occasioni di sviluppo e di lavoro sia nelle fasi della loro ristrutturazione, sia in quelle di successivo utilizzo produttivo. 

In questo momento ci si limita a formulare alcune ipotesi, così da poter avviare un confronto. Catania, pur essendo la città dell’Etna, non dispone di un grande museo vulcanologico, possibilmente interattivo.