Non mangiu chiacchiri è una frase che noi siciliani, ed in particolare noi catanesi, abbiamo pronunziato migliaia di volte, perché si presta ad essere utilizzata in diversi contesti con diversi significati.
Nelle molteplici interpretazione che si davano alla medesima parola il siciliano è molto simile all’inglese, come lo è pure per le contrazioni verbali e la conseguente capacità di sintesi che ne deriva in alcune circostanze.
Fossi è ppi chissu ca e’ siciliani ‘i chiacchiaruni non ni piaciunu, anzi, quannu n’ancuntramu unu na facemu a’ lagga!
Dire tanto usando poche parole è quasi un’arte che, con molta probabilità, abbiamo ereditato dalle tante dominazioni subite e delle quali abbiamo rielaborato il linguaggio, mettendoci molto del nostro.
Ca cettu! Nuautri semu originali e non n’accuntintamu mai. Nuautri vulemu sempri calarici l’asu, e lisciu ci iemu sulu ppi non fari custioni. Si però qualcunu ‘nsisti sapemu comu s’arrispunni.
In siciliano, esattamente come accade nella lingua italiana, ‘i chiacchiri hanu du’ significati: ci sono le chiacchiere, come quelle che si fanno al bar parlando del più e del meno, anche senza avere particolari competenze e addirittura mentendo, e le chiacchiere intese come biscotti fritti.
Buona parte degli storici della gastronomia ritiene che l’origine delle chiacchiere, intese come dolciumi, sia legata all’epoca romana. In quel periodo, le donne per festeggiare i Saturnali, che erano festività come il Carnevale, cucinavano i frictilia. Si trattava di dolcetti preparati con uova e farina che venivano fritti col grasso del maiale, quindi erano molto simili a quelle attuali.
Per quanto riguarda le chiacchiere, intese come bugie, potremmo dire che la differenza esistente tra i due significati rappresenta una sorta di sfumatura più diffusa al Nord e meno al Sud.
Votula comu voi, ‘a virità è ca nuautri non mangiamu chiacchiri, picchì ‘i minzogni non ni piaciunu. Però ni piaciunu assai ‘i chiacchiri fritti ca si mangiunu ppi cannaluvari.
Con il termine chiacchiri è possibile trovare una serie di modi di dire: chiacchiri e tabacchieri ‘i lignu, nel senso di parole spese inutilmente, perché palesemente false o prive di obiettivi; non mangiu chiacchiri, di cui abbiamo già detto, chiacchiri di palmentu, che assume il significato di parole inutili o sconclusionate, che non approdano a nulla di significativo.
Insomma, se sentite qualcuno che dice una frase come la seguente: iù non mangiu chiacchiri, picchì chissi fanu sulu chiacchiri e tabacchieri ‘i lignu, non vi trovate di fronte ad un matto che non mangia le chiacchiere, intese come dolciumi, in quanto il tale al quale fa riferimento fa solo chiacchiere e tabacchiere di legno, poiché la frase ha un significato molto diverso, poiché si riferisce a qualcuno al quale nessuno la dà a bere, soprattutto perché usa argomenti privi di fondamento.
Mizzica, semu complicati ppi d’averu e si ni mintemu ‘nta testa ca non n’ama fari capiri c’arriniscemu sicuru.