Le prime parole che sono state pronunziate da Papa Leone XIV, appena presentatosi ai fedeli riuniti a Piazza San Pietro e a tutto il mondo, sono state particolarmente importanti e profonde: “pace disarmata e disarmante”, “ponti”, “Chiesa sinodale”, “unità”.
Il messaggio mi sembra abbastanza chiaro e sintetizza in maniera mirabile ed efficace un preciso progetto di Pontificato.
La pace alla quale pensa il Papa non è solo quella passivamente disarmata, molto simile alla resa, ma quella che è anche disarmante, cioè quella che disarma, quella che assume un ruolo attivo nelle azioni diplomatiche e nelle misure attive di sostegno, di solidarietà e di ragionevolezza.
I ponti sono quelli che devono protenderci tutti gli uni verso gli altri, cioè verso coloro i quali sono diversi da noi per cultura e condizioni, ma che, in quanto appartenenti alla comunità umana, hanno pari diritti, pari doveri, pari dignità.
La Chiesa sinodale evoca la collaborazione, l’accoglienza, l’apertura al mondo che cambia, alla società che ci presenta continue innovazioni scientifiche e tecnologiche, ma anche nuove sensibilità e nuove esigenze.
L’unità alla quale si riferisce il Pontefice non è solo quella scontata del genere umano, ma anche quella della Chiesa, che attraversa un momento di difficoltà, con il conseguente invito a superarle insieme.
Quelle di Leone XIV sono state poche semplici parole, ma il loro peso e la loro profondità sono degni di un programma molto ampio che si colloca perfettamente nel solco dei Leone che lo hanno preceduto. Buon lavoro Santità.