L’elezione di una giovane donna, agguerrita e preparata, alla guida del PD è un buon segnale di svolta e di rottura con una classe dirigente vecchia e incancrenita, che certamente non starà a guardare. Tuttavia, se ci si limita, come è stato detto, a voler essere un problema per la maggioranza, si rischia di non pensare ai problemi dell’Italia e degli italiani, che non si risolvono nelle piazze, ma nelle complesse sedi istituzionali. Sono le sedi istituzionali i luoghi nei quali bisogna avere la grande forza d’animo e la pazienza di saper cercare, sempre e comunque, soluzioni e convergenze, anche quando sembrano impossibili, anche quando le posizioni di partenza sembrano molto lontane tra loro. Il nostro, nonostante i tanti anni di “unità”, è un Paese difficile, un Paese spezzettato in territori, categorie e strati sociali dagli interessi e dalle tradizioni più antiche e contrapposte. La nostra è una democrazia, in parte, incompiuta, in cui i diritti ed i doveri sono di questa o di quella parte, a seconda delle esigenze, e non universali, come dovrebbero essere. Ho sempre tentato di sfuggire al pregiudizio e lo farò anche adesso, dunque, sono lieto di vedere una giovane donna alla guida del Governo ed una giovane donna alla guida del maggior partito di opposizione. Sono certo che la loro presenza rappresenterà qualcosa di nuovo per l’intero Paese a prescindere dagli schieramenti, ma non posso dimenticare che un’automobile si muove, più o meno velocemente, se le ruote girano nello stesso verso, poiché se girano in senso opposto tra loro la macchina resta ferma ed il motore rischia di fondersi. Voglio dire che le differenze hanno un senso se sfociano nelle convergenze possibili, altrimenti non alimentano nuove soluzioni, ma vecchi problemi. Infine, vorrei pure vedere come due giovani donne affronteranno non solo i temi della giustizia sociale, ma anche quelli della giustizia, non i temi dell’autonomia differenziata, ma anche quelli della perequazione sociale ed infrastrutturale, non quelli dell’istruzione e del merito, come se fossero contrapposti, ma anche quelli della preparazione e della cultura dei cittadini. Sono un inguaribile ottimista? Forse!