Oggi è la festa della Regione Siciliana, una ricorrenza che purtroppo molti dimenticano e moltissimi cercano di far dimenticare, parlandone senza cognizione di causa.
La data è stata scelta perché il 15 maggio del 1946 Re Umberto di Savoia emanò, dopo mesi di lavoro da parte della Commissione paritetica, lo Statuto speciale siciliano, che pertanto, e anche questo è un “dettaglio” che viene trascurato quasi sempre, precede la Costituzione della Repubblica Italiana.
Quest’ultima, infatti, fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre del 1947, fu promulgata il 27 dicembre dello stesso anno ed entrò in vigore il 1° gennaio del 1948.
Lo Statuto siciliano fu recepito con la legge costituzionale n. 2 del 1948 e, nonostante sia stato più volte modificato e spesso peggiorato, è tuttora in vigore.
La Sicilia insieme alla Sardegna, alla Valle D’Aosta, al Trentino Alto Adige ed al Friuli Venezia Giulia, è una delle cinque Regioni italiane a statuto speciale.
Volendo semplificare ma non banalizzare il concetto, la Sicilia divenne Regione prima che l’Italia divenisse Repubblica.
La Festa della Regione Siciliana, purtroppo, non prevede l’interruzione delle lezioni scolastiche, né particolari manifestazioni commemorative, come accade per altre, spesso ridondanti, ricorrenze civili e religiose del nostro Paese.
L’inqualificabile circostanza contribuisce, purtroppo sempre di più, a far dimenticare l’importante significato di questa giornata e l’alto ruolo che ebbe la società isolana nel raggiungimento di un simile obiettivo, mentre si preferisce sottolineare l’incapacità, addebitabile ad una certa classe politica locale, di riuscire a sfruttare favorevolmente la potestà autonomistica, le cui potenzialità spesso si sconoscono.
Ciò che più duole, però, è il colpevole silenzio, nella scuola, della società e nelle istituzioni, circa i moti popolari e le ragioni che portarono alla predisposizione dello Statuto autonomistico e alla sua approvazione, un atto al quale, è bene non dimenticarlo, si pervenne con un accordo pattizio tra i rappresentanti della Sicilia e quelli dello Stato, da poco uscito dalla seconda guerra mondiale.
Spiace dover constatare come il sacrificio di centinaia di siciliani, che si batterono prima per l’indipendentismo e poi per l’autonomia, venga vergognosamente nascosto, soprattutto alle giovani generazioni, alle quali si trasmette una verità storica parziale, frettolosa o addirittura falsa.
Spiace dover constatare come, nella maggior parte dei casi, la ricorrenza del 15 maggio venga ricordata con uno stucchevole comunicato da parte del Presidente della Regione o del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, le cui funzioni speciali discendono proprio dallo Statuto autonomistico e dal sacrificio di quanti persero la loro vita per ottenerlo.
