Anche questa domenica andiamo avanti, come facciamo ormai da anni, con la pubblicazione della nostra sintetica rassegna di termini e di modi di dire della splendida lingua siciliana.
Com’è noto lo facciamo sorridendo di noi stessi, ma anche per aiutare coloro i quali parrunu co’ tischi toschi e non capisciunu quantu è bellu parrari all’usu de’ nostri nonni. Accussì non si sbagghiunu ‘i congiuntivi, ca non sunu miricini ppi ll’occhi micciusi!
Lo facciamo pure per fare in modo che il povero carabiniere di Belluno o di Pordenone, chiamato a trascrivere una intercettazione, non abbia particolari difficoltà nel comprendere ciò che ascolta. Le incomprensioni possono scatenare reazioni pericolose e non non vogliamo che accada. Buona lettura a tutti pari.

ALLICARI ‘A SADDA
Significa non avere nulla da mangiare.
 
E CU CI ’A PORTA STA NUTIZIA A’ CASA?
Si tratta di una espressione che si pronuncia quando si viene a conoscenza di qualcosa di grave, per cui occorre avere una certa freddezza per raccontarla a casa o agli amici più cari.
 
ESSIRI ‘NTALL’ACQUA D’ARANCI
Vuol dire trovarsi nei guai. L’acqua contenuta in parte nelle arance è acida, per cui da questa caratteristica ha avuto origine il detto.
Esiste pure un’altra versione in cui l’aranci non sono le arance ma sono i granchi, per cui stare nell’acqua insieme ai granchi appare piuttosto pericoloso perché si rischia di essere morsi.
 
CHISTA È ‘A ZITA !
Questa frase significa far comprendere all’interlocutore che una certa situazione deve essere accettata per quella che è, senza pretendere nulla di più. 

FARISI ‘A TRUSCIA
La frase in questione ha diversi significati. Letteralmente vuol dire “fare fagotto”, ma può significare anche essere scappato, aver fatto la fuitina, prepararsi per partire, ecc.  

FARI ‘U CAPPOTTU
Nel gioco della dama, ma anche in altri giochi, la frase significa mettere l’avversario in una condizione di non poter fare alcun punto.
 
FARISI ‘A CRUCI C’A MANU MANCA
Si tratta di una frase che si pronunzia in momenti di paura, di meraviglia, di stupore, per qualche avvenimento inaspettato e tragico.
 
ARRISTARI CU ‘NA MANU DAVANTI E L’AUTRA D’ARRERI
Significa rimanere senza un centesimo avendo effettuato qualche investimento fallimentare.
 
FARISILLA PETRI PETRI
La frase ha due significati: scampare fortunosamente a qualche pericolo, ovvero aver superato con difficoltà qualche problema.
 
CIRCARI COMU ‘NA UGGHIA PESSA
Significa cercare qualcuno o qualcosa che difficilmente si potrà trovare, è come “cercare un ago in un pagliaio”. 
 
IRISINNI COMU ‘N CANI MAZZIATU
Vuol dire andarsene come un cane bastonato, cioè avvilito o mortificato a causa di qualcosa che si è conclusa male.
 
MITTIRISI SUTTA SCUPA
Letteralmente la frase significa “mettersi sotto scopa”, cioè dare agli altri una possibilità insperata esponendosi ad un certo rischio come fa il giocatore di scopa che lascia sul tavolo alcune carte, la cui somma non supera il dieci, dando all’avversario la possibilità di fare scopa.
 
 MITTIRISI ‘NA PULICI ‘NTESTA O ‘NT ‘ARICCHIA
La frase vuol significare, avere un pensiero fisso nella mente e non essere tranquilli.
 
NESCIRI L’UGNA COMU ‘I IATTI
Significa reagire energicamente. Sapersi difendere anche con i prepotenti, mostrando una certa aggressività, come fanno i gatti quando tirano fuori le unghie.

ESSIRI PEGGIU DI GIUFÀ
Giufà è un personaggio della letteratura popolare siciliana. È uno che “una ne pensa e cento ne fa’”, combinando parecchi guai. Dunque la frase significa essere stupido, inetto, ma anche capace di qualche raro spunto di saggezza popolare.
 
RISTARI CU L’OCCHI CHINI E ‘I MANU VACANTI
La frase significa avere sperato di ottenere qualcosa, ma essere rimasti a mani vuote.
 
TAGGHIARI CARNI E OSSA
Il significato di questa frase è “non guardare in faccia nessuno” ovvero fare le cose secondo giustizia.
 
UNNI VÀ’ C’U SCECCU?
La frase, letteralmente, vuol dire: “dove vai con l’asino?”. Il suo significato per i siciliani è  “Ma dove credi di andare ?”
  
AVIRI ‘N CORI D’ASINU E ‘N CORI DI LIUNI
La frase vuol dire essere indecisi in quanto il cuore dell’asino rappresenta la paura, mentre quello del leone rappresenta il coraggio.
 
RACCUMANNARI ‘A PECURA O’ LUPU
Vuol dire raccomandare una persona buona a gente che potrebbe danneggiarla, anziché aiutarla.
 
ACCHIANARI ‘I MURA LISCI
Significa essere in grado di superare qualsiasi ostacolo, pur di raggiungere un determinato obiettivo.