La Francia e la Spagna attaccano l’Italia sostenendo che le sue politiche di contrasto all’immigrazione non sarebbero adeguate. Probabilmente hanno ragione, probabilmente, com accade in qualsiasi altro ambito, si potrebbe fare di più, soprattutto se l’Europa ci stesse più vicina, ma una cosa è certa: il loro giudizio è tutt’altro che disinteressato. Non è disinteressato perché sia la Francia sia la Spagna, in materia di immigrazione, sono portatrici di interessi simmetricamente opposti ai nostri. Anzi, la Francia, più che la Spagna, vorrebbe che l’Italia facesse da filtro alle migliaia di immigrati francofoni che non hanno nessuna voglia di restare in Italia, di cui non conoscono la lingua ed in cui non hanno parenti, poiché vorrebbero ricongiungersi con le rispettive famiglie che, da prima di loro, abitano a Parigi, a Lione o a Marsiglia, dove lavorano più facilmente che in Italia e di cui, tra l’altro, conoscono la lingua. La Spagna, poi, teme che gli sbarchi possano spostarsi da Lampedusa, che non ce la fa più, alle sue coste, come comincia ad avvenire. In ogni caso contestare il governo usando gli interessi e le opinioni di chi ospita i terroristi italiani, caccia gli immigrati all’interno dei nostri confini, e che a suo tempo si è fatta promotrice dei petroliferi disordini in Libia, da dove partono gran parte dei barconi diretti verso le nostre coste, non mi pare una grande genialata.