Appare del tutto evidente che non siamo preparati. Non siamo preparati a relazionarci con una vecchiaia sempre più avanti negli anni e sempre più isolata. Non siamo preparati a dialogare con bambini molto diversi da quelli che eravamo noi. Non siamo preparati a comprendere le ragioni degli altri, che consideriamo nemici solo perché la pensano in maniera differente. Non siamo preparati a capire che i delinquenti non sono extraterrestri, ma nostri vicini o parenti. Non siamo preparati ad affrontare una società molto diversa da quella nella quale siamo vissuti e della quale conosciamo, se li conosciamo, i fatti accaduti 2000, 1000, 500, 200, 100, anni addietro ma non conosciamo quelli accaduti più di recente, né quelli attuali. Questi ultimi li abbiamo lasciati alla narrazione farlocca effettuata attraverso le “bufale”, ed i “bufalari”, gli opinionisti della domenica e la “disinformatia”, che non riusciamo ad individuare e scartare prima che abbia provocato danni. Non c’è convegno al quale si partecipi nel quale non si effettui un’analisi più o meno puntuale di questa situazione. Tuttavia mancano, almeno fino ad ora, le terapie, anzi, le psicoterapie. Nonostante molti siano consapevoli che bisogna fare qualcosa, nei luoghi più sensibili manca del tutto, o è molto carente, una figura che sarebbe estremamente importante. Manca lo specialista della mente, declinato in tutte le sue specializzazioni, da psichiatra a psicologo a psicanalista, ecc. È forse inutile sperare che qualcuno capisca la situazione prima che la violenza domestica, quella scolastica, quella penitenziaria, quella urbana o altre forme degenerative di violenza o di depressione comincino a mietere vittime innocenti più di quanto non accada già?