Vivo in Sicilia, regione bellissima, ricchissima, antica e contraddittoria. Ho viaggiato, certo non tantissimo, e di sicuro vorrei conoscere altri luoghi, ma ogni volta che visito un nuovo paese non posso fare altro che paragonarlo con la mia terra, con i miei posti, e in genere la Sicilia da questo mio confronto ne esce vincente. Nonostante io conosca tutti i problemi di questa terra, tutte le difficoltà dell’essere siciliani e di vivere in un territorio così pieno di contraddizioni, nonostante non sia giovanissima ed abbia vissuto gli anni bui della mia terra, questa comunque ne esce vincente.

Abbiamo panorami mozzafiato, sul mare o tra le montagne, tramonti di sangue ed albe splendenti; i nostri vulcani non si quietano mai e lanciano fuoco in cielo ridisegnando i contorni dell’orizzonte e lasciando terrorizzati tutti coloro che non hanno imparato a conviverci, come solo noi siciliani sappiamo fare;  il mare, tra scogli neri di lava, o bianchi come il sale, spiagge di sabbia o ciotolini, fa sognare i Caraibi, ma è a portata di mano, quasi in tutte le stagioni, ed è un mare per turisti, che vogliono abbronzarsi, per sommozzatori che amano scoprirne i fondali e porta lavoro e pane ai tante famiglie. Abbiamo boschi, colline fertili, pianure per il grano e gli agrumi, e il nostro vino… gli Dei dell’Olimpo non volevano di meglio.

Gli uomini, quelli che hanno fatto la storia, hanno arricchito la Sicilia di monumenti magnifici, Agrigento Selinunte e Segesta con i loro templi greci che si innalzano a ricordare lo splendore della Magna Grecia, Siracusa, Catania, Taormina, Tindari, con i teatri e le terme, dove anche i Romani hanno deciso di vivere; Palermo dei Cartaginesi, dove i Normanni hanno realizzato chiese e Palazzi, o Catania che dopo un terremoto è rinata barocca e opulenta. Una terra dove l’Università c’è dal 1435, dove poeti e scrittori si sono ispirati. Qui si fa colazione con la granita e la brioche, si pranza con la pasta alla norma o con la pasta con le sarde, si supera la fame del pomeriggio con un arancino e la sera…siciliana, pesce, caponata, carne arrostita su una brace che non si spegne mai… Qui la cucina è un’arte che abbraccia l’ospitalità, una cucina che ha imparato ad accogliere i gusti e le abitudini dei conquistatori per farli propri arricchendo di spezie, di sapori e di riti una già ricca offerta. Insomma, io amo la mia terra, conosco le sue potenzialità, ma anche le sue pecche, e se il mio passato è stato qui, voglio qui anche il mio futuro, a resistere, a combattere per tutte le cose che amo.

Ed è qui che vorrei anche i miei figli, e tutti i giovani siciliani, tutti quelli che hanno studiato in Sicilia o fuori perché allontanati da un sistema universitario che ancora una volta premia gli Atenei del nord che oggi sono esperti nei più disparati settori. Perché qui se solo ci impegnassimo avremmo la possibilità di lavoro per tutti. Per chi vuole investire sulla terra ed i suoi prodotti, per chi vuole restaurare i meravigliosi palazzi e monumenti, per chi vuole sperimentare nuove produzioni tecnologiche a basso indice inquinante. Noi abbiamo il sole che non si limita ad abbronzare i turisti, può produrre elettricità, e abbiamo le scuole che preparano per le tecnologie più innovative. Abbiamo studiosi di storia, di giurisprudenza, di lettere e di medicina. Grandi politici e scienziati lungimiranti. E allora cosa ci manca ? Perché questa mia bellissima terra non riesce a decollare ? Perché non riesce a trattenere i suoi figli migliori ? Vedo un futuro che vola via su migliaia di aerei low cost, vedo che i giovani hanno perso le speranze di sviluppare qui le loro idee, che vanno dove i loro saperi vengono apprezzati, dove credono nella loro forza, dove non occorre essere “amici” e dove chi vale viene pagato.

Ma io voglio restare qui, voglio credere che si possano cambiare le brutte abitudini che rendono tutto complicato, o sporco, o inutile a volte. Ecco, per me il futuro nasce dal mio passato, dalla storia della mia terra e si organizza nel presente, il mio futuro è qui, per le strade nere della mia città, nelle piazze antiche, lungo le coste del mio mare, è in Sicilia.

Antonella Fleres