di Salvatore Giunta

Sabucina è un sito archeologico a circa 8 km da Caltanissetta, di enorme valore, tanto che con un decreto dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali del 2001 è diventato “parco archeologico regionale “.
L’importanza è legata alla sua origine risalente all’età del “bronzo antico ” che ne fa uno dei siti archeologici più antichi della storia siciliana.


I suoi fondatori e abitanti furono i Sicani, popolazione autoctona, a cui seguirono i greci e infine i romani.
Ci sarebbe tanto da dire, basta però citare che i reperti venuti alla luce negli anni sessanta sono custoditi nel museo archeologico di Caltanissetta, tra i quali figura un tempietto in terracotta di pregiata fattura, risalente al sesto secolo avanti Cristo, di inestimabile valore.
Purtroppo il sito oggi si trova in una situazione di degrado e totale abbandono, in preda alle erbacce, i cui manufatti recenti, la biglietteria, le tettoie e i servizi, sono stati devastati dalle intemperie, dai vandali e dagli incendi estivi.


I cancelli di ingresso sono stati divelti e non esiste un sistema di controllo e sorveglianza…… un vero disastro!
Mette tanta tristezza lo spettacolo indegno che si presenta agli occhi del visitatore o del passante che si chiede come mai quel poco che abbiamo, Sabucina, le miniere di zolfo come Trabonella e Gessolungo, siano così abbandonate, tristemente distrutte e senza che nessuno si prenda cura di esse e le restauri così da inserirle in un possibile circuito turistico di valore archeologico, storico e culturale.


Ma è così difficile elaborare progetti di recupero di aree di importanza storica

e attuare la periodica manutenzione di quelle poche strutture di valore culturale che rappresentano le nostre origini e delle quali invece sembra vogliamo cancellare totalmente le tracce?
Mi chiedo di chi è la responsabilità di questa trasandatezza, di questo volere a tutti i costi sminuire il valore di qualcosa che invece molti ci invidiano.
Per questo motivo mi appello all’Assessorato Regionale, alla Sovrintendenza, alle associazioni ambientaliste, al Sindaco e a tutti i cittadini di Caltanissetta affinché quello che non arrivarono a distruggere completamente Ducezio e Cartagine, non venga definitivamente distrutto dal disinteresse e dall’incuria degli enti che dovrebbero invece tutelare un bene che è proprietà di tutti i Nisseni e che rappresenta la nostra storia, le nostre origini, quel poco di patrimonio culturale che ci rimane e di cui dovremmo essere orgogliosi.