Quando mi capita di scrivere di politica, tanti amici mi chiedono di chi ci si possa fidare. Nel ringraziarli per la fiducia che mi accordano, tenterò di spiegarlo partendo da un presupposto: la politica non si somministra in pillole, né per via endovenosa, la politica, per comprenderla, bisogna praticarla e per praticarla bisogna studiarla e conoscerla. 

La politica “de relato”, tanto di moda oggi, può far commettere tanti errori. Mi limiterò, pertanto, a suggerire qualche elemento utile per una buona valutazione. 

Ci si può fidare di chi ha una storia che si conosce, di chi si conosce pure la storia della famiglia, non di chi si improvvisa. 

Ci si può fidare di chi parla poco, non ama mostrarsi più del necessario e agisce molto. Ci si può fidare di chi sbaglia, ma solo perché sbagliare è umano, però è capace di ammettere gli errori e di rimediare. 

Ci si può fidare di chi non ha l’abitudine di prendere in giro le persone. Ci si può fidare di chi sa ciò che dice ed è in grado di documentarlo, non di chi fa da eco ad altri. 

Ci si può fidare di chi, quando ipotizza una soluzione, sa come praticarla e dove trovare le risorse per farlo. Ci si può fidare di chi conosce la legge e non è prigioniero della burocrazia. 

Ci si può fidare di chi risponde sempre al telefono, ha un ufficio in cui è possibile incontrarlo e nel quale è possibile collaborare con lui nella elaborazione di iniziative. 

Ci si può fidare di chi parla chiaro e non si rifugia dietro termini difficili, talvolta incomprensibili o sfugge alle domande. 

Ci si può fidare di chi resta a lavorare fino a tardi perché c’è qualcuno che attende la soluzione di un problema. Ci si può fidare di chi non vive di politica, perché ha un suo lavoro. Ci si può fidare di chi ha la forza di smettere quando è il momento. 

Ci si può fidare di chi è intellettualmente libero, Sto arrivando! Dire di no anche al proprio “capo” e sa distinguere la ragione di Stato dalla ragione di partito. 

Ci si può fidare di chi rispetta la propria e l’altrui coscienza, la propria e l’altrui libertà. Ci si può fidare di chi pensa che la legge debba sempre essere generale e astratta e non a favore di chi fa più comodo. 

Ci si può fidare di chi crede nel merito, ma se ha bisogno di qualcosa la chiede per favore, perché è educato, umile e rispettoso. Ci si può fidare di chi fa la coda dietro uno sportello pubblico o alla cassa di un supermercato. 

Ci si può fidare di chi non dice: “lei non sa chi sono io”. Ci si può fidare di chi proviene da una famiglia perbene. Ci si può fidare di chi si è conquistato la posizione che occupa con sacrificio e studio. 

Ci si può fidare di quelli che non dicono che “la politica è una cosa sporca” per tenervi lontani dalla sua pratica, così che sia sempre “cosa loro”.

Ci si può fidare di chi crede nella partecipazione, ha il desiderio di parlare con tutti, di confrontarsi, di apprendere, pur sapendo che può accadere che debba decidere da solo. 

Ci si può fidare di chi non ha sempre qualcuno su cui scaricare la colpa perché sa prendersi le sue responsabilità, che non sono mai poche.

Ci si può fidare di chi combatte a viso aperto, non si nasconde dietro l’ultimo potente di turno e sa che può vincere o perdere ma sempre con lealtà. 

Potrei continuare ad elencare tanti altri indizi, attraverso i quali capire di chi ci si possa fidare, per chissà quanto tempo, ma voglio fermarmi qui, dicendo soltanto che ci si può fidare di chi ha contemporaneamente onestà, competenza, buonsenso, senso della giustizia e dell’equità, modestia e tanta voglia di ascoltare di capire e di lavorare. 

Non so se questo elenco vi potrà mai essere utile o se preferirete farne a meno rispondendo soltanto all’emotività del momento. In ogni caso, vi ringrazio per la fiducia che mi avete dimostrato negli anni e per quella che mi confermate nel chiedermi di chi ci si possa fidare. 

Spero che il tempo che mi avete dedicato leggendo questi brevi ma sinceri consigli che mi sono stati richiesti sia stato ben speso.