Uno dei luoghi comuni più ricorrenti che riguardano la Sicilia è quello secondo il quale i siciliani, generalmente intesi, non avrebbero mai fatto abbastanza per combattere la mafia, come se ne fossero complici, più o meno consapevoli. 

Premesso che, a parte il generale Dalla Chiesa, tutte le vittime istituzionali della mafia sono siciliane, e questo la dice lunga sull’impegno assoluto mostrato dai siciliani nel compimento del loro dovere, mi chiedo: dipendono dalla Sicilia i vertici delle forze dell’ordine e delle forze armate, anch’esse spesso usate in azioni di prevenzione? 

Dipendono dalla Sicilia e dai siciliani le nomine dei capi della Polizia, dei Carabinieri, della guardia di Finanza, ecc. che dovrebbero essere preposti istituzionalmente alla lotta al crimine organizzato?

Diponendo dalla Sicilia le nomine dei giudici e dei Pubblici Ministeri? 

Dipendono dalla Sicilia gli stanziamenti per dotare gli investigatori delle risorse, delle automobili, del carburante e di tutte le altre sofisticate attrezzature necessarie ad indagare e contrastare il crimine? 

La risposta a queste domande è no! Nessuna di queste decisioni dipende dalla Sicilia.

Allora che vogliamo fare? La vogliamo smettere di fare gli ipocriti? La vogliamo smettere di credere a chi, con sospetta insistenza, spaccia per vere le false informazioni che gli fanno più comodo?

I siciliani non sono mafiosi, i siciliani hanno subito la mafia e ne sono stati vittime esattamente come sono stati vittime del vergognoso silenzio dello Stato in materia di occupazione, investimenti e infrastrutture.