Durante un incontro con i granicultori, che protestavano giustamente contro l’importazione in Italia di frumento trattato con sostanze nocive, abbiamo appreso che in Sicilia non ci sarebbero laboratori in grado di riscontrare l’eventuale presenza di glifosato (una di queste sostanze) nelle farine e nel frumento. 

Se la notizia fosse confermata sarebbe davvero molto grave, anche perché in Sicilia operano bene tre università statali, tutte munite di attrezzati laboratori ed un Istituto regionale di granicoltura. 

È strano che nessuno abbia pensato di coinvolgerli in una battaglia in difesa della salute e del nostro grano. 

È grave che, come spesso è accaduto in passato non soltanto in Sicilia, la mano destra non sappia o finga di non sapere cosa faccia quella sinistra.

Tra l’altro, sembra che,  in alcuni panifici siciliani, il prezzo del pane sia aumentato di ben 40 centesimi al chilo. 

Si tratta di un aumento pari al doppio del prezzo al quale viene pagato il grano ai produttori siciliani, che in atto è di poco più di 20 centesimi al chilo. 

Non è escluso che l’aumento citato sia l’effetto di un altro aumento, vale a dire quello con cui i panifici pagano la farina alle industrie molitorie, che magari lo mischiano con grani di importazione. 

Se così fosse, chiunque sarebbe autorizzato a sospettare che si possa trattare di una “sporca” speculazione legata alle giuste proteste avviate dai granicultori siciliani. Chi ha il dovere di fare i necessari controlli li faccia!