Possibile che non ci sia nessun siciliano che non viva di politica, che abbia dimostrato di essere un vincente nella sua attività, che abbia a cuore la sua terra, che sia onesto e di buonsenso che abbia la voglia di scommettersi per governare quest’isola meravigliosa? 

Possibile che dobbiamo rassegnarci a restare nelle mani di pazzi o di buoni a nulla capaci di tutto? Se non ci sveglieremo subito perderemo persino il diritto di lamentarci.     

Le elezioni ci sono state, il popolo si è espresso ma il processo di democratizzazione e di efficientamento della cosa pubblica non può e non deve fermarsi mai.

Noi siciliani siamo particolarmente affezionati alla nostra bandiera, ogni volta che possiamo la esponiamo, la sventoliamo, ne facciamo un vessillo dei nostri valori identitari ai quali siamo legati e dei quali siamo orgogliosi. 

Al contrario, invece, non siamo affatto legati alle banderuole siciliane, quelle che tradiscono le amicizie, i cittadini e le scelte culturali o politiche per i quali hanno chiesto il consenso agli elettori. 

Le banderuole rappresentano esattamente l’inverso delle bandiere, normalmente sventolano per poco tempo e non rappresentano mai ideali, bensì interessi spesso innominabili. Ecco perché, al di là dei risultati elettorali, non bisogna mai smettere di partecipare ai processi civili della società.