Catania e la Sicilia hanno dato i natali ad illustri letterati del calibro di Verga, Pirandello, Capuana, De Roberto (di residenza e lavoro, anche se non di nascita), Patti, Brancati, Villaroel, Rapisardi, Martoglio, Tommasi di Lampedusa, Sciascia, Quasimodo, Goliarda Sapienza, Bonaviri, Vittorini, Bufalino, Consolo, Camilleri ed altri. Ebbene, fatta eccezione per la Casa di Verga, la Casa di Pirandello e poco altro, questo enorme patrimonio storico e letterario produce molto meno di quanto potrebbe in termini di ritorno turistico e persino di strumento didattico. I luoghi indicati, così come le Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero, un vero gioiello, vengono trascurati, al più restano mummificati, salvo qualche rara occasione presso Casa Verga o nella citata Biblioteca, non elaborano eventi, non fanno rete, non producono valore aggiunto. Qui non si tratta di inventare chissà quale costosa iniziativa, ma di promuovere sinergie virtuose con i teatri, con l’Università, con gli Enti locali territoriali, con le associazioni culturali, con i club service, ecc. per trasformare il patrimonio storico della città in attività produttiva. Non è vero che con la cultura non si mangia, chi lo dice, di sicuro, non sa cosa sia la cultura, però bisogna usare bene la testa e se non la si sa usare a sufficienza basta copiare dagli altri, come fanno gli studenti somari in certe pessime scuole.