METROPOLIS PIÙ ha compiuto il suo primo anno di vita: sembra ieri eppure sono passati ben 12 mesi intensi e difficili per tutti. 

Quando abbiamo dato inizio alle pubblicazioni lo abbiamo fatto con lo stesso entusiasmo di oggi, forti  della passione dei tanti collaboratori, che non hanno mai fatto mancare il loro impegno e la loro vicinanza. 

Con tutti noi, però, ci sono stati soprattutto i lettori, che hanno seguito le nostre notizie, i nostri servizi, le nostre battaglie, il nostro modo di fare informazione e di interpretare le aspettative dei cittadini.

L’anno trascorso non è stato affatto facile, la pandemia ha limitato la nostra libertà, ha indebolito le nostre riserve economiche, ha messo in crisi la nostra organizzazione amministrativa, produttiva, scolastica, sociale e sanitaria, ma il coraggio ed il buonsenso degli italiani, con la costante spinta della scienza, sono riusciti a superare una prova difficile come questa. 

Evidentemente non era sufficiente, evidentemente il destino delle donne e degli uomini di questo tempo voleva riservarci qualche altra tragedia. 

Da qualche giorno, infatti, il mondo è alle prese con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo di Putin. 

Si tratta di un evento drammatico che segna già le prime innocenti vittime umane e che può assumere aspetti tanto terribili quanto imprevedibili. 

L’invasione dell’Ucraina va ben oltre i difficili rapporti tra questo Paese e la Russia, poiché impone a tutto il mondo di rivedere le proprie regole relazionali, i rapporti diplomatici e l’intero scenario geopolitico. 

Volendo semplificare il ragionamento, che semplice non lo è affatto, potremmo dire che si va radicalizzando sempre di più lo scontro tra gli organizzati e veloci Paesi retti da governi autoritari, come la Russia e la Cina, ed i lenti e non del tutto organizzati Paesi democratici. 

Credo che l’invasione russa dell’Ucraina imponga ai paesi di cultura liberale e democratica l’obbligo di rivedere la propria struttura e le proprie alleanze per garantire una maggiore vigilanza ed una maggiore tempestività nelle eventuali decisioni da assumere in simili circostanze. 

Ecco, il 2022, al di là di come andranno le cose tra Russia e Ucraina, al di là di come andranno e cose tra Cina e Taiwan, penso che debba essere l’anno della riorganizzazione globale finalizzata al mantenimento della pace e del progresso. 

Si riuscirà a raggiungere un simile risultato? La redazione di METROPOLIS PIÙ se lo augura e comunque, per quanto gli sarà possibile e con l’aiuto degli affezionati lettori, si impegna a favorirne il buon esito. 

Ancora grazie per la fiducia e l’attenzione accordataci.