di Salvatore Grillo

Tutti hanno avuto modo di vedere e commentare la crisi isterica del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana On. Miccichè sulla mancata priorità della vaccinazione ai parlamentari regionali, sfogo sopra le righe che sicuramente non è frutto di un calcolo politico, ma solamente la manifestazione di una patologia, purtroppo nota a tutti anche prima che questi venisse eletto, per la seconda volta, Presidente del più antico parlamento del mondo. Ed è questa costatazione che mi spinge a richiamare questa vicenda come ulteriore dimostrazione della crisi complessiva della rappresentanza politica in Italia che, come sappiamo, da oltre vent’anni si basa sulla divisione (una volta si sarebbe detto ideologica, oggi preferirei lobbistica) tra gli schieramenti del così detto centro sinistra e dell’altrettanto abusivamente indicato come centro destra. Richiamo l’attenzione di chi mi legge sulla urgenza di una modifica del terreno su cui deve avvenire il dibattito politico e, conseguentemente, della qualità delle rappresentanze. E’ utile una breve carrellata di esempi che riguarderà la Sicilia, ma nel resto del Paese la situazione è identica se non più grave: Cuffaro è stato, prima delle disavventure giudiziarie, Membro del Governo e Presidente della Regione sia con il centro sinistra che con il centro destra, Lombardo è stato eletto dal centro destra ed ha governato con il centrosinistra, lo stesso Miccichè nasce giovane dell’ultra sinistra e fu colpa della società di pubblicità nella quale lavorava sotto la guida di Dell’Utri se fu “richiamato” in servizio per Berlusconi, il quale, purtroppo per lui, stava a destra. Ma potrei continuare io, ma anche chi mi legge, con decine di alti esempi per completare la dimostrazione che intendo fare: da anni i riferimenti culturali ed ideologici sono spariti e siamo giunti alla occupazione della politica da parte di lobby di interessi che, a volte sposano uno schieramento, a volte un altro, per utilizzare i voti di quanti ancora vi si riconoscono. Così se in un certo momento la domanda più popolare è il ripristino dell’ordine o la diminuzione delle tasse, si sponsorizza la destra, se invece si senta la necessità di maggiori protezioni dello Stato, di maggiori garanzie per i più deboli ecc, ecco che si sceglie di piazzare i propri cavalli nella sinistra.
Ma i cavalli sono sempre gli stessi o comunque rispondono a lobby identiche o vicine.
Cambiare il terreno del dibattito significa abbandonare le sirene delle ideologie e discutere di vita vissuta, di come al meglio organizzare la società a favore delle esigenze dei cittadini e dei territori e scegliere, su questi elementi, le proposte degli schieramenti e la credibilità degli uomini.
La vergognosa situazione che ho ricapitolato sta determinando reazioni spontanee nella società ed è alla base dei tentativi che sono in atto per creare movimenti politici legati alle ragioni dei territori e delle popolazioni: in Sicilia da un anno è nata Unità Siciliana, si preannuncia la nascita di Mezzogiorno Federato e nel nord i movimenti civici stanno cercando di trovare denominatori comuni.
Per istinto naturale la società civile sta reagendo.
Figli della stessa crisi sono i milioni di cittadini che ormai non votano e la stessa esperienza dei 5 stelle è nata in reazione a questo sistema politico, esperienza naufragata a causa dell’errore di sapere dire tanti no ma di essere incapaci di esprimere un progetto alternativo credibile.
Quindi occorre scegliere le rappresentanze politiche in base a programmi precisi e ad accertati valori dei candidati: non dovrebbe essere difficile, devono farlo i cittadini, gli stessi che se debbono scegliere un medico certamente non vanno da un pazzo o da un cantastorie ma ne accertano professionalità ed esperienza.
Utilizzare il voto come si usa la moneta nella vita perché è l’unico ma importante privilegio delle società democratiche, un diritto che è costato tanto sangue; ma occorre anche dare una mano per costruire gli strumenti nuovi ed efficaci di lotta politica da offrire alla scelta dei cittadini: questo diviene oggi un impegno doveroso perché la democrazia è in profonda crisi e va rifondata, liberandola dalle lobby affaristiche.
Lavorare per riuscire ad offrire, alla scelta dei cittadini, legislatori e amministratori bravi ed anche onesti, selezionandoli come si fa quando si cerca un medico: lavoriamoci perché sarà utilissimo.