Alla faccia degli insulti rivoltici da qualche giornalista “alla carta” e da un manipolo di politici ignoranti e servi della finanza speculativa, i miliardi che ogni anno il Nord sottrae al Sud sono 61 e sono il frutto del cosiddetto “sistema della spesa storica”, mai sostituito da quello dei costi e delle prestazioni standard, che fa diventare sempre più ricche le regioni ricche e sempre più povere le regioni povere. 

I fatti, però, bisogna saperli raccontare e le cifre ufficiali bisogna saperle leggere. Sapete, ad esempio, chi provoca il deficit della sanità nazionale, che paghiamo anche noi siciliani con le nostre tasse? Sono tre regioni non certo del Sud: Piemonte, Liguria e Toscana. 

Siete a conoscenza del fatto che, sempre per fare qualche esempio, il Veneto fa pagare allo Stato, non ai veneti, lo stipendio di 16 mila dipendenti in più, non medici, di quanto non faccia la Campania? 

Vi è noto che, secondo i dati della Corte dei Conti, circa 8.000 dipendenti su circa 14.000 della Regione Siciliana svolgono funzioni che altrove paga lo Stato e da noi gravano sul bilancio interno?

Sempre per restare nel campo della sanità, pochi sanno che, quasi a parità di abitanti, l’Emilia Romagna riceve circa 3 miliardi in più della Puglia e che il primato dei dipendenti pubblici non è detenuto dalla Sicilia, come qualche conduttore televisivo, prezzolato quanto cretino, continua a sostenere, ma dalle regioni del Nordest, cioè Veneto, Emilia Romagna, Trentino e Friuli Venezia Giulia, con un rapporto di 5 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti, contro i 4,4 del Mezzogiorno.

Sapete che le cosiddette misure di stabilizzazione della finanza pubblica, assunte dal governo, sono state adottate tagliando 22,3 miliardi dei fondi destinati al Mezzogiorno per lo sviluppo e la coesione?

Un ultimo dato: quando sentite dire che il Mezzogiorno non sa spendere non vi dicono tutta la verità, dato che confondono le cifre previste dai bilanci di competenza, circa 7 miliardi, con quelle realmente disponibili nella cassa, circa 1,7 miliardi. 

La situazione descritta con le cifre ufficiali citate non è casuale, è figlia della incapacità della classe politica siciliana e meridionale da sempre del tutto prigioniera di un sistema fondato su partiti nazionali, tutti, interamente posseduti e usati dalla finanza speculativa del Nord.