Leggendo gli importanti quotidiani nazionali ed ascoltando i telegiornali delle varie reti, non è difficile rendersi conto come si dia molto spazio allo scontro verbale tra le diverse posizioni e poco al dettaglio delle soluzioni che vengono proposte, ovvero come si amplifichino le posizioni ideologiche, ma si trascurino gli effetti concreti che si determinano.

Una tale condizione, purtroppo, confonde l’opinione pubblica, l’allontana dalla politica, favorisce i peggiori e provoca un confronto più simile a quello tra tifoserie che non a quello tra rappresentanti del popolo.

Per cercare di essere più chiaro, desidero utilizzare un episodio specifico, che mi riguarda direttamente: in certi casi è meglio!

Alcune settimane addietro, molti partecipanti ad un convegno al quale, con piacere, sono intervenuto, mi hanno chiesto cosa personalmente intenda per “soggetto politico post ideologico”. Provo a spiegarmi meglio, anche per chiarire il motivo per il quale sia urgente costruire modelli che vadano oltre gli schemi tradizionali, proposti dalle diverse ideologie.

Il soggetto politico post ideologico a cui penso, al quale ho fatto riferimento durante l’incontro ed a cui sto lavorando, insieme a tanti amici, non è un organismo nato per dimenticare o smentire le ideologie, non certo gli ideali, ma uno strumento attraverso cui costruire soluzioni concrete e soprattutto una classe dirigente che sia adeguata all’attuale momento storico ed economico, che risponda realmente agli elettori e che sia in grado di interpretare le reali istanze di un determinato territorio, coordinandole con quelle più generali. 

Perdonatemi la banalizzazione del concetto che sto per esprimere, lo faccio solo per non occupare troppo spazio con citazioni che ci porterebbero lontano, ma soprattutto per dare un’immagine plastica del mio pensiero. 

Se, ad esempio, la Sicilia, per crescere, ha bisogno di autostrade, strade, ferrovie, porti, aeroporti, scuole, ecc. per deliberarne la realizzazione non serve richiamarsi né a Marx, né a Nietzsche, né a Smith, né a Pareto, bisogna invece capire che un Paese è veramente unito se si sviluppa in maniera armonica ed armonicamente utilizza le risorse di cui dispone. 

Per farlo ed ottenere questo risultato si deve necessariamente investire in infrastrutture e servizi che colmino le differenze esistenti, contribuendo a creare lavoro e sviluppo.

Le politiche post ideologiche alle quali mi riferisco guardano agli obiettivi ed agli strumenti. Nel caso specifico, gli obiettivi riguardano la valorizzazione delle risorse di cui si dispone ed i mezzi sono quelli necessari per consentirne un utilizzo pieno ed efficace ai fini del PIL e dell’occupazione.

Il partito post ideologico a cui penso non deve sviluppare complesse teorie filosofiche, spesso fini a se stesse e spessissimo, come nel caso delle diverse fedi religiose più estreme, buone sole a dividere per non fare, invece che ad unire per fare, ma deve sviluppare misure capaci di avere come unico obiettivo l’interesse concreto di chi costituisce l’ossatura portante dello Stato, vale a dire i cittadini fatti di carne e di ossa.

La sensazione che si ha oggi, invece, è che le politiche messe in campo dai governi che si sono succeduti, almeno negli ultimi otto anni non vadano affatto in questa direzione, ma siano funzionali alle esigenze di quella che, più volte, ho definito dell’economia speculativa, molto lontana dalle famiglie e dai loro problemi, ma molto vicine agli indici di borsa ed all’andamento dello spread. 

Un partito territoriale deve puntare alle risorse ed alla loro corretta utilizzazione, alla qualità della vita, alla formazione di una classe dirigente competente e corretta che deve rispondere agli interessi reali dei cittadini che vivono nel territorio medesimo, non ad altri, non meglio collocati ed identificati, che intendono raggiungere obiettivi improduttivi.

Ecco, per quanto mi riguarda, lo spazio politico di un partito post ideologico, come quello al quale penso, è molto lontano da “piazza affari”, dove circolano azionisti, ma è molto vicino a “piazza Duomo”, dove circolano persone.