Ilenia Giambirtone
Si é conclusa la 67esima edizione del Taormina Film Fest che quest’anno ha visto alla direzione artistica Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia, noti nomi del giornalismo e della critica cinematografica. Un’edizione che, oltre dalla presentazione dei sei film in gara, é stata arricchita da incontri, proiezioni, conferenze stampa tenutesi tra il palazzo dei congressi, la casa del cinema e casa Cuseni ricoprendo così tutta l’area di taormina centro, colorata per l’occasione di argento e oro. Gli incontri si sono aperti con l’omaggio a Leonardo Sciascia e si sono conclusi con Giuseppe Tornatore che ha ri-raccontato il suo film documentario del 1994 “lo schermo a tre punte”. Il viaggio attravero il cinema e la Sicilia é stato dunque circolare ed ha trovato nel suo inizio e nella sua fine un punto di contatto fondamentale per l’intero Festival. Eppure, questa 67esima edizione, che doveva essere l’edizione della ripartenza, ha dovuto subire il peso di tante mancanze, molte infatti le lamentele e i dissensi che aleggiavano per la cittá: l’assenza in primis di star di punta del panorama internazionale, la quale ha chiaramente attratto molto meno pubblico annichilendo così lo spettacolare teatro di taormina, rimasto semi vuoto per tutta la durata del festival. Durante la serata di chiusura, nella quale é stato premiato Next door – diretto e interpretato  da Daniel Brühl – come miglior film, l’aumento del pubblico si é trovato in contrasto con le normative sul distanziamento.
Quest’anno a Taormina mancava sopratutto quella magia che, ogni anno, la rende un luogo idilliaco senza tempo e senza spazio, che rispondr solo alle regole del cinema. L’augurio é che gli errori commessi non vengano imputati al covid, si consideri infatti l’edizione dell’anno scorso che, seguita ad un periodo di lockdown molto più duro, é riuscita comunque ad essere ben confezionata; Si spera invece che si decida, per l’anno prossimo, di ritornare alla “normalità” spettacolare del Taormina Film Fest.