Il tifo sportivo è una “malattia” che si contrae in età giovanile, addirittura pre adolescenziale. A quel tempo, parlo di molti anni addietro, il Catania, squadra per la quale ho sempre tenuto, militava in serie A, giocava, e talvolta vinceva, contro l’Inter, il Milan, la Juventus. È per questa ragione che non mi sono mai appassionato per queste squadre, né per altre, salvo che non giocassero contro squadre straniere, nel qual caso, in me prevaleva l’amor di patria. 

Insomma, nel bene e nel male, ho sempre tifato e tifo ancora per il Catania. Spero che possa tornare alle glorie degli anni della mia giovinezza, ma temo che oggi il calcio non sia più soltanto sport, temo che sia diventato speculazione, evasione fiscale,  riciclaggio di denaro i sporco, scommesse, violenza e pretesti per scambiare il gioco e l’agonismo per uno dei tanti motivi in grado di ingenerare conflitti o illegalità e per distrarre l’opinione pubblica dai problemi più importanti. 

Peccato! In fondo il calcio sarebbe uno sport appassionante, come ha dimostrato la recente vittoria della squadra nazionale ai campionati europei del 2021, ma è anche un’attività che può contribuire a sottrarre alla strada migliaia di ragazzini la cui unica dote è un pallone. 

Credo che il nostro Paese e la nostra Regione, in materia di sport dovrebbero e potrebbero fare di più rivolgendosi non soltanto ai campioni affermati, multi tatuati, strapagati, spesso maleducati, ma a quelli che amano lo sport per lo sport e che magari non sono nelle condizioni economiche per poterlo praticare.