La riforma della burocrazia intesa sia come apparato normativo, sia come funzionari, situa come impianti e attrezzature, rappresenta il primo obiettivo che qualsiasi amministrazione regionale, anche la più sgangherata che si possa immaginare, dovrebbe porsi con urgenza. 

Riformare uffici, disposizioni e procedure non comporta maggiori costi, semmai li riduce, non aggrava gli oneri a carico dei cittadini e delle imprese, ma attrae investimenti esterni. 

Tuttavia essa forse ha un grave handicap: presuppone competenza, coerenza, coraggio e responsabilità, tutti ingredienti che non si trovano i nemmeno di contrabbando.   

Se i partiti non saranno in grado di capire che, in questo drammatico momento, i cittadini hanno più interesse a sapere che fine faranno le imprese senza aiuti, gli anziani e i disabili senza assistenza, i giovani senza lavoro, o le innumerevoli opere incompiute, piuttosto che sapere come spartire poltrone, non si stupiscano se andrà al voto meno della metà degli aventi diritto. 

La riforma della burocrazia diventa atto propedeutico per qualsiasi azione politica che voglia realmente produrre i risultati necessari.

Se vogliamo difendere libertà, democrazia, sicurezza, efficienza, ecc. noi siciliani dobbiamo partecipare ai processi riformatori e sollecitarne l’immediato avvio, senza affidarci a traditori incompetenti. Il passato possiamo ricordarlo, possiamo non ripeterlo, ma non possiamo più cambiarlo, il futuro sì!