Gli onnipresenti “governatori” delle regioni del Sud, sempre pronti ad essere ospitati nelle trasmissioni trash ed un po’ meno nei luoghi in cui si decidono le sorti dei loro concittadini, non si sono accorti che, negli uffici del Ministero dell’economia, sotto la guida di un ministro tecnico ma non tanto e di un manipolo di lanzichenecchi, si sta per mettere a punto l’ennesimo furto ai danni del Mezzogiorno. 

È infatti sempre in agguato qualcuno che tenterà di spostare al Nord qualche decina di miliardi di euro che prima erano stati destinati al Sud. 

Il tutto mentre loro, “i governatori”, giocano a chi la spara più grossa.  

Se la politica per il Sud non troverà una soluzione finanziaria adeguata ed interpreti competenti e coraggiosi, ostinandosi soltanto a ripetere i soliti falsi luoghi comuni, sarà sempre più difficile parlare dell’Italia come un Paese unito, perché, nei fatti, non lo è proprio per niente.

Proprio per questa ragione non bisogna fare da sponda a nessuna iniziativa organizzata da partiti nazionali o da gruppettari camuffati da sicilianisti. 

La Sicilia è, da anni, prigioniera di pretestuose logiche di contrapposizione, dalle quali non ha tratto alcun beneficio. 

Noi siciliani siamo sempre pronti a scendere in campo con chi, dopo aver abbandonato i soliti schemi strumentali, si schiera con la Sicilia sulla base di precisi impegni riguardanti il lavoro, le infrastrutture, la tutela dei prodotti agroalimentari, la lotta al disagio economico e sociale ed alla criminalità, ma lo siamo davvero?