Secondo uno studio compiuto dagli esperti della Banca d’Italia, il sistema delle reti di comunicazione presenta una dicotomia Nord/Sud meno marcata, rispetto a quella delle reti viaria e ferroviaria, ma soltanto se si tiene conto della presenza delle relative infrastrutture e della rete mobile. 

Un discorso differente riguarda l’accesso effettivo, che risente delle differenze economiche e culturali presenti nei vari territori, oltre che dalle condizioni economiche dei cittadini. 

Gli effetti negativi sul sistema produttivo, dovuto alla carenza di investimenti appare più evidente soprattutto nell’ambito della distribuzione elettrica ed idrica, come, ad esempio, sanno bene gli imprenditori che operano nella zona industriale di Catania.  

La crisi energetica, la pandemia e la guerra di invasione della Russia ai danni dell’Ucraina ha aggravato ulteriormente la situazione.

Nelle regioni meridionali e insulari le interruzioni senza preavviso dei servizi di erogazione idrica ed elettrica è più che doppia rispetto al resto del paese e gli effetti sono estremamente gravi, sia sulle produzioni industriali sia sul rispetto dei tempi di consegna delle merci. 

In tal senso, oltre un terzo degli utenti a media tensione riceve un servizio inferiore agli standard previsti dalla regolazione nazionale, mentre gli acquedotti disperdono una quota di acqua pari a circa una volta e mezza in più rispetto a quanto avviene nel resto del Paese. 

Senza infrastrutture e reti non c’è futuro. Senza un partito siciliano e meridionale non ci saranno infrastrutture.